In tempi di crisi energetica è normale domandarsi se ci sia un’alternativa per avere casa calda a prezzo contenuto.
Con i rincari dei costi dell’energia, in questo periodo, tenere casa calda sta diventando una vera e propria sfida per molti italiani. Per fortuna, però, ci sono delle alternative valide che permettono di risolvere questo problema.
L’autunno 2022 è stato, per lunghi tratti, caratterizzato da temperature decisamente al di sopra della media. Sebbene questo fenomeno sia la conseguenza diretta del surriscaldamento globale e, dunque, dell’inquinamento, ha prodotto un effetto positivo: accendere in ritardo gli impianti di riscaldamento.
Tuttavia, da inizio novembre le temperature sono rapidamente calate, rendendo necessario l’avvio degli impianti di riscaldamento, sia centralizzati che autonomi.
Ed è così che è iniziato la temuta stagione fredda del 2022, di cui sentiamo parlare da diversi mesi.
La crisi energetica in atto, infatti, aveva preannunciato batoste economiche relative al riscaldamento.
Ma per fortuna esiste un’alternativa che permette di tenere casa calda a prezzo contenuto.
Casa calda a prezzo contenuto: ecco come fare
Fino allo scorso anno per riscaldare casa a prezzo contenuto molti famiglie hanno optato per il riscaldamento alimentato a biomassa. Ci stiamo riferendo alle classiche stufe o camini a pellet.
Ma con l’aumento dei costi del gas metano e la crisi energetica in generale, anche il pellet ha subito un rincaro notevole.
Sebbene il pellet conservi ancora un grado di convenienza rispetto al gas metano, di certo i consumatori avranno strabuzzato gli occhi quando hanno visto lievitare il costo di un sacco da 5 euro a 12 euro, nel giro di 12 mesi.
Dunque, anche il pellet non può essere considerata una soluzione economica quest’anno. Ma, per fortuna, esiste un’alternativa per tenere casa calda low cost.
Alternative da conoscere
Per scaldare casa senza dilapidare il proprio patrimonio, molte famiglie si sono affidate al pellet. Ma, come abbiamo visto, la crisi economica del 2022 ha colpito tutti i settori, compreso quello della biomassa.
In realtà, in questo specifico caso, l’aumento dei costi (quasi triplicato) è legato alla crescita della domanda. Di fatto, quando in estate si è compreso quanto fosse elevata la minaccia che la Russia chiudesse gli approvvigionamenti di gas metano, molti cittadini sono andati nel panico. E, dal panico, si sa, non deriva mai nulla di buono.
Molte persone, temendo di rimanere senza gas, durante la stagione fredda, hanno deciso di trovare una soluzione acquistando stufe a pellet e facendo scorte del bio combustibile.
In base alle dinamiche del mercato, quando aumenta la domanda di una merce automaticamente aumenta anche il prezzo.
Ed è così che nel giro di 12 mesi, un sacco di 15 Kg di pellet è passato da 5 euro a 12 euro.
Ma navigando in rete si scopre che le stufe a pellet possono essere utilizzate anche con altre tipologie di combustibili naturali. In sostanza, è possibile bypassare il pellet e optare per soluzioni più economiche.
A quanto pare, in una stufa o in un camino di questo tipo può essere inserito anche: il cippatino di legno, il mais, il nocciolino di sansa, i noccioli tritati della frutta e i gusci della frutta secca tritati.
Si tratta di alternative che possono ugualmente riscaldare un ambiente domestico spendendo meno di 20 euro per 100 kg di prodotto.
Tuttavia, occorre verificare che la stufa o il camino a pellet di cui si è dotati sia compatibile con l’utilizzo di altre biomasse. Per la verifica, è opportuno consultare il venditore.
Per alcune categorie di stufe, inoltre, è necessario apportare qualche modifica, affinché essa sia compatibile con l’uso di altri combustibili green. Ad esempio, chi opta per il nocciolino di sansa potrebbe dover modificare la griglia che, altrimenti non lascerebbe passare la biomassa, a causa del suo spessore.