Sono previsti aumenti pensioni 2023 che riguarderanno 6 fasce di reddito. Gli incrementi scatteranno dal prossimo gennaio.
In vista del prossimo gennaio sono previsti aumenti pensioni, che saranno erogati automaticamente dall’INPS. A introdurre quest’importante novità è la Legge di Bilancio 2023 che, tra le altre cose, prevede un nuovo sistema di incrementi pensioni che si basa su 6 fasce di reddito.
Dunque, il prossimo gennaio le pensioni degli italiani saranno incrementate mediante l’uso di un nuovo sistema di calcolo. In questo caso, saranno considerate 6 fasce di reddito che renderanno più equo il ricalcolo.
In sostanza, l’aumento previsto, altro non è che il sistema di rivalutazione previsto dalla normativa italiana, per contrastare il deprezzamento dovuto all’incremento del tasso d’inflazione. Tuttavia, quest’anno la rivalutazione avverrà con un nuovo sistema, basato sulle fasce di reddito.
Scopriamo come funziona il nuovo sistema di perequazione delle pensioni e come avverrà l’aumento previsto per gennaio 2023.
Aumenti pensioni 2023: facciamo chiarezza
Il meccanismo della perequazione è un sistema obbligatorio che si effettua ogni anno, a gennaio, con lo scopo di indicizzare il valore delle pensioni all’effettivo costo della vita. In sostanza, con la rivalutazione, l’INPS incrementa il valore delle pensioni in relazione al tasso di inflazione registrato dall’ISTAT.
In base all’andamento del tasso nel 2022, è prevedibile le rivalutazioni di gennaio 2023 saranno sostanziose. Per questo motivo, infatti, è stato previsto anche un anticipo delle rivalutazioni di alcune pensioni, che è già avvenuto nel mese di novembre.
Ma, con il nuovo sistema di calcolo, che prevede la divisione in 6 fasce di reddito, l’aumento previsto per i pensionati sarà decisamente più sostanzioso.
A quanto pare, per le pensioni minime e fino a 2.100 euro è prevista una rivalutazione al 100%. Mentre per gli importi pensionistici più alti è previsto un adeguamento, che non sarà pieno.
Dettagli sulla perequazione di gennaio 2023
In base a quanto affermato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giorgetti, per il prossimo gennaio 2023 è previsto un adeguamento delle pensioni pari al 7,3%. Insomma, gli aumenti pensionistici del prossimo anno saranno decisamente sostanziosi.
Non si tratta di un regalo del nuovo Governo, bensì di una misura resa necessaria dal tasso d’interesse che riguarda i 12 mesi del 2022. Di fatto, il calcolo sulle pensioni INPS sarà effettuato sulla base dei valori forniti dall’ISTAT.
Pertanto, l’aumento pensioni 2023 è il frutto di una perequazione che avviene ogni anno. Tuttavia, con la Manovra economica 2023, si è voluto dare maggiore equità al sistema.
Perciò la vera novità, è il sistema delle 6 fasce di reddito che saluta definitivamente il sistema usato finora, che prevedeva la divisione in 3 fasce di reddito.
In particolare, il vecchio sistema a 3 fasce prevede la rivalutazione al 100% per le pensioni il cui importo è 4 volte il trattamento minimo, ovvero 538 euro.
Lo scaglione successivo prevedeva una rivalutazione al 90% e l’ultimo, pari a 5 volte il minimo, una rivalutazione del 75%.
Con la divisione in 6 fasce di reddito, la rivalutazione favorirà i percettori di pensioni minime. Questi soggetti otterranno un aumento dell’8,8% nel 2023 e del 10% nel 2024.
Dunque, il sistema di rivalutazione delle pensioni che sarà applicato il prossimo gennaio 2023 seguirà il seguente schema:
- al 100% per i redditi fino a 2.1000 euro lordi;
- all’80% per i redditi pari a 4 volte il trattamento minimo;
- al 55% per i trattamenti pari a 5 volte il trattamento minimo INPS;
- al 50% peri trattamenti pensionistici che superano 6 volte il trattamento minimo;
- del 40% per i trattamenti che superano di 8 volte il minimo;
- al 35% per i trattamenti che superano 10 volte il minimo INPS.