Qualcuno dovrebbe fare un film ispirato a quello che è stato definito uno degli attacchi hacker più importanti della storia e in particolare della storia dei videogiochi perché adesso viene fuori l’attrezzatura che è stata utilizzata.
Se immagini gli hacker in azione forse te li immagini seduti in qualche scantinato illuminato dalle luci al neon, con una decina di schermi che mostrano in sequenza rapida numeri e immagini varie mentre con addosso una felpa col cappuccio battono sulla tastiera a una velocità che solo i re e le regine dei social raggiungono quando si tratta di condividere quello che stanno facendo.
Ma se ti dicessimo che invece qualcuno ha portato a termine uno dei più grandi attacchi hacker mai visti nella storia dei videogiochi e in generale nella storia della tecnologia con un affare pagato 25 euro e comprato su Amazon?
Eppure stando ai documenti presentati in tribunale, perché questo hacker in particolare è stato pizzicato, la più grande operazione alla Ocean’s Eleven è stata portata a termine con un oggetto che Amazon vende in migliaia di pezzi ogni giorno sul pianeta.
Non molto tempo fa il mondo dei videogiochi è stato sconvolto da una fuga di notizie che ha permesso di vedere in anteprima uno dei giochi più attesi di sempre: Grand Theft Auto VI sviluppato da Rockstar Games. A portare a segno il colpaccio un ragazzo di 18 anni con il pallino per la tecnologia e soprattutto per tentare di hackerare qualunque cosa.
Il ragazzo, Arion Kurtaj, si trovava in una stanza d’albergo ed è stato beccato mentre usava una Firestick Amazon per bucare le difese di Rockstar Games. E in realtà si trovava in quella stanza d’albergo perché era già stato arrestato per un altro episodio dello stesso tipo ma che aveva avuto come oggetto delle sue capacità tecnologiche Nvidia, popolare produttore di microchip. Semplicemente utilizzando la Firestick collegata alla tv della stanza, Kurtaj era riuscito armato di tastiera, mouse e cellulare ad entrare attraverso il cloud nei server di Rockstar Games.
Ovviamente però, ed è un altro particolare che sta emergendo dalle indagini e dalla causa in corso, Kurtaj non ha lavorato da solo, con membri sparsi non solo nel Regno Unito ma anche in Brasile. Finora solo Kurtaj e un altro ragazzo di 17 anni di cui però non è stato diffuso il nome sono stati in qualche modo accalappiati dalla giustizia. Kurtaj è ancora in custodia mentre il 17enne è uscito su cauzione.
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