Reiterate segnalazioni e panico in tutta Italia: imperversa un nuovo malware che sta distruggendo letteralmente moltissimi smartphone.
Il tempo passa, i virus restano una croce per milioni di utenti. I miglioramenti tecnologici non riguardano soltanto i progressi verso l’ottimizzazione dello sviluppo digitale, ma purtroppo si evolvono anche i virus, in maniera più repentina delle idee performanti.
Una serie di nuovi virus, ancora più potenti delle precedenti generazioni sta imperversando in primis nel nostro Paese, ovviamente colpendo i device made in Android, ma non è che i dispositivi iOS siano estranei a questa ondata di preoccupanti malware.
Nel particolare ce né uno che raccoglie due categorie differenti di virus, in uno solo, doppiamente pericoloso, il suo nome è tutto un programma.
Si chiama DANN. Basterebbe solo il suo nome per capire le conseguenze disastrose dei suoi attacchi: fa danni irreparabili nei nostri smartphone. Principalmente perché è un po’ spyware un po’ ransonware. Ha la capacità devastante propria dei spyware, subdoli nell’infettare un dispositivo, che sia computer o smarthpone oppure tablet fa lo stesso, senza farsi notare o avere un’autorizzazione, infiltrandosi nel sistema operativo e restando sul dispositivo: anche DANN agisce silenziosamente in background, raccogliendo informazioni o monitorando le attività degli utenti per aprire la strada ad attività dannose legate ai contenuti e alle modalità d’uso del computer. Quali?
Memorizzazione di tasti premuti, screen, ma soprattutto credenziali di autenticazione, indirizzi e-mail personali, dati sensibili, personali, compresi i numeri di carta di credito. Ma DANN possiede anche l’onda d’urto propria dei ransonware: non si limita a monitorare il vostro smartphone indipendentemente dalla vostra volontà , ne limita l’accesso al dispositivo, infettato, richiedendo un riscatto da pagare per rimuovere il blocco, che sia di sistema o di decifrazione dei file, poco importa: bisogna pagare per tornare alla normalità .
Ebbene, DANN è un due in uno: colpisce in un amen, compromettendo tutto ciò che è contenuto nei dispositivi, mai più recuperabile se non si pagano l’autore delle minacce. Una volta avvenuto l’attacco, col modus operandi proprio degli spyware (sia a livello software sia hardware) scatta il riscatto. Nel caso specifico il cyber-criminale informatico chiede una somma in denaro (nella stragrande maggioranza dei casi in crypto) in cambio di chiavi che consentiranno di liberare i dati rubati. Come se non bastasse è in grado in qualsiasi momento di criptare il contenuto degli smartphone. Un bel guaio, dunque: sono DANN, di nome e di fatto.
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