Sony Playstation è al centro di una indagine da parte di un organo dell’antitrust a causa del suo modo di fare affari.
Ma, per ora almeno, non c’è stata nessuna dichiarazione da parte di rappresentanti del colosso giapponese. Tutto quello che è possibile leggere è il report pubblicato proprio dall’autorità che sta indagando con le motivazioni che hanno portato all’analisi approfondita del modello di business e del suo impatto su giocatori e developer.
Ogni volta che una delle grandi società tecnologiche, che opera nei videogiochi ma non solo, viene sottoposta a un esame ravvicinato da parte delle autorità che vigilano sulla giusta e leale concorrenza quello che viene sottoposto a esame è sostanzialmente un sistema di business che continua a permanere sempre nella stessa condizione.
E sui social qualcuno già commenta quanto sia ironica l’operazione lanciata dal Competition Council della Romania per valutare se e in qualche modo Sony abbia creato per se stessa una posizione dominante proprio nell’ambito delle console e in particolare l’indagine si sta concentrando su almeno un aspetto del modo in cui Playstation mantiene fedeli i suoi giocatori e le sue giocatrici.
Di ironia si può di certo parlare dopo che, anche sotto la spinta delle lamentele di Sony Playstation, Microsoft è stata sottoposta a sua volta ad un esame approfondito e microscopico nel momento in cui ha deciso di acquisire Activision Blizzard King e si è trovata ad incassare diverse luci verdi ma anche la clamorosa luce rossa da parte di CMA, l’organo che controlla la libera concorrenza tra le società nel Regno Unito.
La teoria su cui vogliono indagare le autorità romene è una teoria non del tutto nuova. Come si legge nell’annuncio ufficiale dell’indagine l’investigazione riguarda un “potenziale abuso di posizione dominante nel mercato delle console“. Per corroborare la necessità di una analisi più approfondita l’antitrust romeno fa due esempi. Da una parte il modo in cui la società vende i propri videogiochi in maniera esclusiva attraverso il proprio store e allo stesso tempo ne proibisce la vendita, sotto forma di codice di attivazione, a distributori terzi.
Il problema è che questo creare un monopolio per i propri giochi e vendere i codici solo attraverso lo store Sony genera un aumento indiscriminato dei prezzi e quindi un vulnus ai giocatori rumeni. Altri elementi di preoccupazione riguardano nei fatti la platea di giocatori e di studi di sviluppo che hanno sede nel Paese.
Nel report se ne contano 127 di studi con 1.3 milioni di utenti di console. E l’antitrust romeno sottolinea come queste pratiche di Sony che potrebbero risultare anti competitive avrebbero un effetto proprio sia sui giocatori sia sugli studi di sviluppo.
Vale la pena ricordare che non è la prima volta che Sony si trova al centro di una diatriba del genere e non è la prima volta che un gigante della tecnologia, in particolare dei videogiochi, si trova al centro di una diatriba del genere. Microsoft ci si è trovata a sua volta e Sony ci si è trovata almeno un paio di volte in passato.
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