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TFS, nuove regole per l’anticipo: l’offerta Unicredit

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Damiano Mattana

TFR e TFS in cessione pro solvendo con agevolazioni specifiche annesse: come funziona la strategia di anticipo offerta dalla banca.

Il messaggio 410 del 30 gennaio 2023, emesso dall’Inps, ha fornito un importante chiarimento in relazione alle pratiche di gestione delle opportunità di anticipo del TFR e del TFS.

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La comunicazione dell’Istituto di Previdenza Sociale ha infatti regolato la nuova prestazione di anticipazione ordinaria di entrambi i Trattamenti in favore degli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, come stabilito dal DM 463/1998. La differenza fra le due misure è abbastanza nota: il TFR, acronimo di Trattamento di Fine rapporto, figura come liquidazione per i dipendenti pubblici e privati, purché assunti con regolare contratto. Il Trattamento di Fine servizio (TFS), invece, è concesso esclusivamente ai dipendenti pubblici assunti fino al 31 dicembre 2000 e viene considerato un’indennità di buonuscita, somma corrisposta una tantum alla cessazione, appunto, del proprio servizio presso impiego pubblico.

Entrambi, tuttavia, danno diritto alla richiesta di un anticipo. Ossia, di una parte delle somme accumulate in data antecedente all’effettiva interruzione del rapporto di lavoro. La circolare dell’Inps ha introdotto di fatto una nuova misura sperimentale, fissando termini generali per la presentazione delle domande di anticipo in attesa di un’ulteriore disposizione che regoli le istruzioni operative sulla disciplina. Il riferimento, per il triennio 2023-2026, è a tutte le tipologie di anticipazione attualmente vigenti, sia in relazione al TFR che al TFS. Nello specifico, essendo entrato in vigore l’1 febbraio 2023, il regolamento sarà applicato a decorrere dalla data medesima.

Unicredit, l’offerta di anticipo sul TFS: come funziona e a chi conviene

Con la nuova prestazione, gli iscritti alla Gestione potranno arrivare a ottenere l’anticipo dell’intero importo, sia del TFS che del TFR, maturato e non liquidato, senza dover attendere l’esigibilità. L’erogazione sarà quindi garantita, sia pure a fronte della cessione corrispondente al trattamento. Quando si tratta di TFS e TFR, è necessario che l’eventuale richiesta d’anticipo poggi su basi solide. Nel senso che ogni richiesta pervenuta all’ente o al datore di lavoro in tal senso dovrà essere supportata da motivazioni specifiche. Le quali, del resto, saranno propedeutiche alla richiesta stessa. Anche perché, tale possibilità dipende a sua volta da una serie di condizioni relative alla convenienza stessa di un anticipo. Molta parte della quale dipende dall’offerta messa a disposizione dagli istituti di credito che si occupano dell’erogazione. Interessante, in questo senso, la proposta avanzata da Unicredit.

La banca consente infatti di ottenere un anticipo del TFS (o del TFR) maturato attraverso una  cessione pro solvendo alla banca stessa. Unicredit distingue l’offerta in due branche distinte:

  • anticipo agevolato: richiesta fino a un importo massimo di 45 mila euro, con rimborso coperto fino all’80% dal Fondo di Garanzia. Non saranno previsti oneri, con l’ulteriore vantaggio dell’applicazione di tassi contenuti;
  • anticipo ordinario: richiesta anche per importi maggiori di 45 mila euro, con rimborso a carico dell’ente erogatore che avrà provveduto al rilascio della certificazione.

Le modalità di erogazione

Il prodotto, in entrambi i casi, è rivolto a chi ha maturato TFS o TFR non ancora liquidati dall’ente erogatore e figuranti come ex dipendenti della Pubblica amministrazione, per finalità estranee ad attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta. Il finanziamento consente di ricevere parte delle somme maturate in tempi maggiormente rapidi, senza attendere la rateizzazione annuale prevista da chi eroga. L’importo concesso avrà, in buona sostanza, i connotati di una forma di finanziamento assistito da cessione pro solvendo del credito. In questo senso, la quota ceduta sarà corrisposta direttamente alla banca dall’ente erogatore, ai fini del rimborso dell’anticipo. L’ammortamento prevede la prima rata entro 3 mesi dalla maturazione del diritto al pagamento. La seconda e la terza entro 30 giorni.

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