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Economia

Tfr e Tfs, ok all’anticipo: cosa cambia tra pubblico e privato

Published by
Damiano Mattana

Sia il Tfr che il Tfs concedono la possibilità dell’anticipo. A patto che siano rispettate determinate condizioni. Variabili fra pubblico e privato.

Si tratti di Trattamento di fine rapporto (Tfr) o di Trattamento di fine servizio (Tfs), la finalità è sostanzialmente la stessa. E, allo stesso modo, il quadro normativo concede quasi le medesime deroghe all’incasso.

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Il punto di divergenza fra le due misure è nella destinazione. Il primo, infatti, è riservato ai dipendenti impiegati nel settore pubblico e privato come forma di liquidazione, mentre il secondo riguarda, in via esclusiva, i dipendenti pubblici impiegati fino all’1 gennaio 2001. Il che, chiaramente, evidenzia un’altra differenza sostanziale fra le due misure: il novero dei beneficiari. Per quanto il Tfr vada inevitabilmente a coinvolgere un numero più elevato di potenziali beneficiari, in entrambi i casi è concessa la possibilità di richiedere un anticipo della somma maturata, previa presenza di motivazioni in grado di giustificarlo. Va ricordato che entrambi i trattamenti riguardano esclusivamente i lavoratori dipendenti che, nel corso della loro carriera lavorativa, abbiano man mano maturato il diritto a una liquidazione o a un’indennità di fine servizio, con somme variabili a seconda delle condizioni.

Ne consegue che, a figurare come aventi diritto, risulteranno solo i lavoratori dipendenti in rapporto di lavoro subordinato o in stato di apprendista.

Anticipo TFR – TFS: gli esclusi

Restano esclusi tutti coloro non equiparati a lavori in forma subordinata (come i tirocinanti, in quanto non salariati, o i collaboratori). Il Tfr, così come il Tfs, vengono elargiti al momento della cessazione di detto rapporto lavorativo. Tuttavia, anche qui intercorrono differenze tangibili fra le due misure. Se il Trattamento di fine rapporto, infatti, figura come un’indennità di tipo contributivo, sulla base di somme accantonate negli anni dal datore di lavoro, il Trattamento di fine servizio è di natura retributiva, su contributi previdenziali calcolati sull’ultima retribuzione percepita. Somma che, peraltro, verrà versata in parte dal datore di lavoro (7,10%) e in parte dal dipendente (2,50%), su una base imponibile dell’80% delle voci stipendiali utili al calcolo.

Tfr e Tfs, pubblico e privato incidono sull’anticipo? Cosa c’è da sapere

Nonostante la natura di indennità corrisposta al termine dell’attività lavorativa subordinata, entrambe le misure concederanno al destinatario la possibilità di richiedere un anticipo. Sul Tfr, il meccanismo è piuttosto intuitivo: il dipendente, infatti, potrà far richiesta di una somma elargita in forma anticipata che, ovviamente, verrà detratta dalla cifra fin lì maturata. L’anticipo può essere richiesto una sola volta nel corso del rapporto lavorativo e non in forma piena. Il lavoratore potrà richiedere una somma non superiore al 70% del Tfr accantonato alla data della richiesta. Trattandosi di importi maturati nel corso di anni di contribuzione via lavoro subordinato, uno dei requisiti basilari per poter avanzare la richiesta riguarda proprio il perdurare del rapporto. L’anticipo, infatti, non potrà essere chiesto prima del traguardo degli 8 anni di servizio all’interno dell’azienda. E, naturalmente, l’istanza dovrà essere fondata su una motivazione robusta.

Attenzione però, perché la richiesta di anticipo potrà essere presentata esclusivamente dai dipendenti del settore privato. Il dipendente pubblico potrà richiedere la liquidazione di una somma paritaria presso un istituto di credito, previo pagamento di una piccola percentuale di interesse per quello che, in qualche modo, figurerebbe come una sorta di finanziamento. Fra le motivazioni ritenute plausibili dalla previdenza, le spese per l’acquisto di un immobile o per il pagamento di prestazioni sanitarie urgenti o continuate.

Anticipo sul Trattamento di fine servizio

Per quanto riguarda il Tfs, la piattaforma Inps per la richiesta dell’anticipo è stata attivata da mercoledì 1 febbraio 2023. Una notizia importante per tutti coloro che, in quanto dipendenti pubblici e assunti a tempo indeterminato in data anteriore al 31 dicembre 2000, hanno maturato il diritto all’erogazione dell’indennità di fine servizio o, implicitamente, per l’anticipo di una somma parziale. A condizione che il lavoratore non abbia scelto di adottare la misura del Fondo Pensione Complementare.

Al momento, l’anticipo sul Tfs può essere concesso dall’Inps a un tasso inferiore rispetto a quello previsto dagli istituti di credito. Per chi fosse interessato alla richiesta, sarà utile sapere che i fondi a disposizione dell’Istituto sono limitati, comunque non superiori ai 300 milioni di euro. Il che, evidentemente, significa che a fronte di un ampio numero di richieste le risorse potrebbero esaurirsi in fretta. Anche perché non ci sono notizie circa un possibile potenziamento dei fondi. Se la volontà fosse quella di ottenere un anticipo, la richiesta non potrà superare l’importo massimo concesso, pari a 45 mila euro. Con rimborso coperto fino all’80% dal Fondo di garanzia.

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