L’applicazione Facebook è una delle più energivore ma secondo un’accusa specifica avrebbe anche il compito di scaricare volontariamente la batteria. Come stanno le cose?
La batteria del nostro smartphone potrebbe essere messa a dura prova da una delle applicazioni più presenti nei nostri dispositivi. Ci riferiamo a quella di Facebook, dove secondo una recente accusa praticherebbe la tecnica del negative testing.
Stando a quanto svelato da un ex dipendente Meta, il software di Facebook andava a consumare più batteria del necessario in modo volontario. Il rifiuto da parte del dipendente di sottostare a questa pratica gli è valso il licenziamento.
Questa tecnica, come riportato dal portale Wired, non sarebbe solo fare di Meta e di Facebook nello specifico. La negative testing riguarderebbe anche altre applicazioni del mondo tecnologico. La vicenda è stata raccontata dal New York Post che è entrata nel merito svelando tutti i dettagli forniti dall’ex dipendente di Meta.
La vicenda raccontata dal noto quotidiano americano ha messo in luce di come l’accusa non sia arrivata da un semplice dipendente ma da un professionista del settore dell’analisi dei dati. Questo sarebbe stato assunto nel 2019 con uno stipendio davvero molto importante. 3 anni dopo, nel 2022, questo è stato licenziato perché si sarebbe sottratto all’applicazione di una pratica che sarebbe a tutti gli effetti scorretta.
Questa situazione ha portato il dipendente a fare causa al tribunale federale di Manhattan a New York. Secondo lui, le applicazioni di Facebook e Messenger avrebbero in dote la possibilità di consumare in maniera volontaria tantissima batteria. Un consumo maggiore rispetto alla quantità necessaria che veniva messi in atto per scopi sperimentali. Il tutto, secondo il professionista, avveniva senza che l’utente ne sapesse nulla. Una pratica, dunque, che causava seri problemi nell’uso dello smartphone nella singola giornata.
Secondo quanto raccontato, si sarebbe opposto ricevendo un ultimatum dai vertici. Ultimatum che non ha seguito ad un cambio di atteggiamento cosa che ha portato al licenziamento. Al momento non si conosce la percentuale degli utenti coinvolti in questa pratica. Per via delle condizioni di lavoro, la causa è passata in arbitrato e Meta non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Ma di certo questo tema non andrà in pensione oggi. Il negative testing pare fare di tantissime altre app e, in futuro, potrebbero uscire altri nomi.
Insomma, tale vicenda sarà sicuramente seguita da tutti gli utenti. Tale pratica non riguarda solo gli appassionati tech ma tutti quelli che utilizzano uno smartphone o qualsiasi altro dispositivo.
Nel frattempo, il lavoro degli sviluppatori continua ad andare avanti. Di recente, un’ultima novità messa in campo è avvenuta su Instagram, una novità che porta il social di foto ad assomigliare proprio a Facebook.
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