Accedere a finanziamenti e prestiti sotto l’egida della Legge 104 è possibile. E, in alcuni casi, le convenzioni vanno anche oltre.
Il comparto del lavoro è quello più attenzionato dalla Legge 104. I benefici, infatti, riguardano perlopiù delle indennità relative alle proprie attività, da conciliare con lo stato di invalidità proprio o di un familiare verso il quale si presta assistenza continua.
Non tutti sanno che, in realtà, le ramificazioni della legge entrata in vigore nel 1992 toccano diversi aspetti del welfare familiare. Disponendo, laddove possibile, incentivi economici e prestazioni fiscali agevolate (come l’imposta ridotta sull’acquisto di un’auto e addirittura su donazioni e successione). Non solo. In alcune circostanze specifiche, la Legge 104 permette di accedere ad alcune forme di finanziamento, riconosciute al netto della condizione di disabilità. Anzi, gli istituti di credito possono da sé disporre dei prestiti agevolati non solo per i diretti interessati dalla condizione di invalidità ma anche per chi ne cura le esigenze, i cosiddetti caregivers. La 104 permette, nello specifico, di usufruire di finanziamenti agevolati, con tassi d’interesse minori e piani di rimborso più favorevoli rispetto a quelli ordinari.
Una possibilità coerente con il principio base della misura disposta ormai più di trent’anni fa, che punta non solo ad agevolare in termini di prestazioni assistenziali il disabile ma anche a facilitarne la vita quotidiana. E, di rimando, le eventuali necessità economiche. Va comunque detto che non tutti coloro per i quali è stata riconosciuta una percentuale di invalidità potranno ottenere prestiti agevolati. La legge stessa, infatti, fissa i requisiti necessari affinché l’eventuale richiesta di finanziamenti possa essere accolta sulla base del proprio stato di salute. Nello specifico:
Il secondo requisito è necessario in quanto la pensione di invalidità non potrà essere utilizzata per richiedere un prestito, visto il suo status di non cedibilità che non rappresenta una garanzia per il finanziatore.
È l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (Inps) a gestire le pratiche per i finanziamenti agevolati. Il richiedente, di fatto, potrà procedere tramite l’ente stesso, che ha stipulato convenzioni con vari istituti di credito e finanziarie aderenti all’iniziativa, oppure attraverso l’Associazione Nazionale Disabili Italiani (Andi). In quest’ultimo caso, sarà obbligatorio versare la quota di associazione, per un totale di 25 euro l’anno. Da quel momento, l’Andi prenderà in carico la situazione del richiedente, provvedendo a un percorso di consulenza lungo tutto l’iter di richiesta del finanziamento. Sarà comunque l’Inps a verificare, anche in questa circostanza, la validità dei requisiti del richiedente, necessari affinché sia rilasciata la cosiddetta “comunicazione di cedibilità”. Solo da quel momento l’erogazione sarà concessa, con una rata agevolata o con cessione del quinto (importo rateizzato non superiore al 20% del reddito mensile).
Le operazioni di validazione della richiesta coinvolgeranno anche l’istituto di credito o la finanziaria che l’ente avrà scelto come la più indicata al caso. I finanziatori procederanno con le verifiche ordinarie, valutando quindi lo stato patrimoniale del richiedente, l’età, il merito creditizio e la tipologia della richiesta. Se il prestito risulterà personale, non sarà obbligatorio specificarne la ragione. Alcuni finanziamenti sono tuttavia finalizzati esclusivamente al sostegno delle persone con disabilità. Ad esempio, qualora fossero necessarie imponenti spese mediche, alcuni istituti di credito hanno predisposto dei pacchetti ad hoc. Uno dei più gettonati riguarda il Prestito Senza Barriere di BPER Banca, con copertura totale delle spese per un importo finanziabile di massimo 25 mila euro. Agevolata anche la rateizzazione dell’importo, con rate fino a 120 mesi.
Ancor più mirata è l’offerta Prestito della Speranza, disposta dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi) sulla base di un accordo con la Conferenza Episcopale Italiana (Cei). Si tratta di un’iniziativa piuttosto recente (2021) e, come intuibile, focalizzata sui contribuenti in stato di disabilità e, contemporaneamente, di forte disagio economico. I finanziamenti, in questo caso, possono raggiungere massimo i 6 mila euro, con richiesta presso la Caritas locale. Agevolazioni specifiche che, nella maggior parte dei casi, si muovono parallelamente a quanto disposto dalla 104. Con il comune denominatore di una migliore strategia assistenziale diretta.
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