Installare un impianto di videosorveglianza a casa richiede la conoscenza di alcune regole sulla privacy, che devono essere rispettate.
Vediamo come farlo senza violare la legge.
Proteggere l’abitazione da possibili tentativi di furto è ormai prassi comune delle famiglie italiane che ricorrono sempre più spesso a sistemi di videosorveglianza privati. Installare delle telecamere di videosorveglianza ha un duplice scopo: quello della deterrenza, ovvero evitare che i malintenzionati si introducano in casa e quello di riuscire ad individuare i responsabili dell’effrazione nel caso avvenga.
Scegliere di dotare l’abitazione e le sue pertinenze di un sistema di videosorveglianza è possibile e come ha stabilito il Garante per la privacy si può fare senza chiedere particolari permessi. Naturalmente esistono dei confini che non vanno superati come vedremo in questo articolo, nel senso che si possono riprendere immagini entro i limiti della proprietà privata e non oltre.
Premesso che chiunque può installare le telecamere per difendere l’immobile dai ladri, anche chi vive in affitto o chi abita in un condominio, vediamo come posizionarle in maniera corretta, evitando che vadano a riprendere spazi non siti in proprietà privata. Le riprese sono consentite dalla legge purché interessino esclusivamente la proprietà di colui che le installa e non si allarghino alle aree condominiali, a quelle di pubblico passaggio e sulla proprietà dei vicini.
Nel caso invece si vada a sconfinare il rischio è quello di essere segnalati dal vicinato o da chi vede lesi i suoi diritti di privacy agli organi di Polizia Locale che a loro volta informano il Garante sulla situazione. Ne deduciamo che la legge consente riprese soltanto per l’abitazione e le sue pertinenze ma non permette che si registrino immagini di terrazzi, giardini, porte e finestre appartenenti ad altri soggetti. Se ciò avviene si commette un atto illegale che può anche venire sanzionato in quanto si tratta di interferenza illecita nella sfera privata di altri individui.
Le immagini registrate si possono conservare per un massimo di uno o due giorni, cioè il tempo utile a visionarle in caso di problemi poi vanno cancellate. Possono rimanere per un periodo più lungo soltanto se c’è un permesso rilasciato dalla polizia o dal giudice. L’impianto di videosorveglianza domestica non richiede l’affissione di un cartello che segnala la presenza di telecamere a meno che esso non vada a riprendere anche le pertinenze. In questo caso è buona cosa segnalare con l’avviso che sono in funzione le telecamere perché chi si trova a transitare sul posto sia informato che viene ripreso.
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