Si chiama Google + il social network che sta creando diverse problematiche agli utenti. La vulnerabilità riconosciuta potrebbe portare ad un’ardua decisione, eliminare l’account Google.
Il grande motore di ricerca ha annunciato la vulnerabilità del social network Google +, un esperimento definibile fallimentare.
Un attacco al social ha causato la diffusione dei dati privati di circa 52 milioni di utenti. La privacy è a rischio, la sicurezza è totalmente assente e di conseguenza Google ha deciso di chiudere definitivamente i battenti del social network ad aprile 2023. I titolari di un account, dunque, dovrebbero chiuderlo al più presto per cercare di salvare il salvabile ma il problema non è così semplice da risolvere. L’attacco al social è legato ad uno strumento chiamato API ossia Application Program Interface. Questo permette la condivisione delle informazioni degli utenti per poter essere usate dagli sviluppatori dell’azienda. La funzione dell’API dovrebbe essere quella di permettere a noi fruitori di utilizzare un app in sicurezza, proteggendo i dati personali. Ciò che è successo negli ultimi giorni, invece, è esattamente l’opposto. Le nostre informazioni private sono finite nelle mani di persone non autorizzate. E il peggio non è questo.
Dato l’esperimento fallimentare del social network, Google ha deciso di chiuderlo definitivamente. Viene usato raramente ed è ben distante dall’essere visto come Facebook o Instagram. L’interfaccia, dunque, chiuderà la prossima primavera e di conseguenza noi utenti siamo chiamati a liberarci dell’account Google + il prima possibile.
Qui sorge una rilevante problematica. Per quanto vorremmo, l’account non è completamente eliminabile. Nelle impostazioni di eliminazione dell’account, infatti, si legge come la cancellazione dei dati personale in realtà non sia possibile perché proprio l’account non può essere eliminato ma solo disattivato. La differenza è significativa.
Per cancellare tutti i dati personali da Google + dovremmo dire addio al nostro account Google. Niente più Gmail, niente youtube e così via. Perché rinunciare a questi servizi che funzionano benissimo? Sembra un paradosso, una scelta amletica ma purtroppo la gig-economy agisce in questo modo. I dati sono inglobati in una grande rete ricca di cavilli legali e burocratici che gli utenti ignorano. Il pensiero di tutela dei dati, dunque, è pura illusione considerando come ogni giorno grandi aziende manipolano e gestiscono le nostre informazioni private essendo autorizzate – anche da noi stessi – a farlo.
Questo è il rovescio di una medaglia a cui non ci fa piacere pensare, preferiamo ignorarlo per comodità. La scelta è tra usufruire dei servizi pagando un costo in termini di esposizione dei dati personali o rinunciare alla tecnologia. Naturalmente la decisione finale è ovvia ma è bene essere consapevoli che per convenienza si scende a compromessi, spesso anche pericolosi.
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