Cosa significa burnout e quando si verifica? Quali sono le professioni più esposte a questa condizione? Ecco cosa bisogna sapere.
Le vacanze estive sono essenziali per permettere al proprio corpo di cercare di staccare da una condizione di grande stanchezza. Vero è che, si soffre anche spesso da quella che è chiamata sindrome da rientro, che implica grandi difficoltà a riprendere la routine quotidiana che si era lasciata qualche settimana prima. Oppure ci sono persone che, per un motivo o per un altro, non hanno mai abbandonato il proprio lavoro durante il periodo estivo.
Questa condizione può sicuramente incidere sul corpo e sulla mente, portando a condizioni estreme in cui un soggetto può collassare. Gestire responsabilità lavorative, e carichi di lavoro quando si è praticamente da soli durante il periodo estivo, non fa altro che accumularsi su quanto già vissuto in un anno intero. Ed ecco che a queste condizioni si è esposti a quello che è definito burnout: ma di cosa si tratta, e quali sono le attività più a rischio?
Per burnout si indica quello che è considerato lo stress da lavoro. Si tratta di un vero e proprio stress perpetuo, cronico, che inibisce le capacità produttive. Infatti, un soggetto affetto da burnout arriva ad una condizione di totale immobilità lavorativa, un collasso fisico ma soprattutto emotivo. Nel corso degli anni è stata definita come sindrome di un fenomeno occupazionale. Nasce soprattutto in quello che è l’ambito sportivo.
Infatti, il burnout, genera anche ansie da prestazione, su obiettivi raggiunti e l’incapacità di riuscire a trattenere quel tenore di prestazioni. Il soggetto viene divorato dalle responsabilità, ed arriva ad un punto limite, proprio come quando si dice “ho fuso il cervello”. Questa condizione è sempre più diffusa, in quanto mantenere le responsabilità e le aspettative è un processo sempre più forte. Ma quali sono le professioni maggiormente esposte?
Chi è più esposto allo stress da lavoro, sono in particolare quelle professioni che esercitano nell’ambito assistenziale, educativo e di sostegno. Ad esempio, rientrano in questa categoria infermieri, poliziotti, psicologi, terapeuti e tutte quelle categorie che in un modo o nell’altro prestano assistenza o soccorso agli altri. Il rischio di collassare sotto lo stress e la qualità delle prestazioni è molto alto, e si arriva ad un punto limite dopo di cui bisogna assolutamente fermarsi.
Altre professioni molto esposti al burnout sono quelle di alta tecnologia o di analisi dati, in quanto sono richieste competenze specifiche e una alta aspettativa lavorativa, dove sbagliare rischia di mandare a repentaglio un altissimo numero di informazioni. Non bisogna sottovalutare i sintomi da stress da lavoro: alle prime avvisaglie quello che bisogna assolutamente fare è fermarsi e cercare di recuperare le proprie energie. Altrimenti, il burnout è dietro l’angolo e il rischio che ci colga è molto più concreto di quanto pensiamo.
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