Si torna a parlare del salario minimo, Fratelli di Italia fa chiarezza sulle problematiche inerenti alla proposta.
Il salario minimo è la tematica più discussa nelle ultime settimane. La politica si spacca tra favorevoli e non favorevoli. Da una parte si vorrebbe migliorare le condizioni di tanti lavoratori che si trovano con salari di 4/5 euro l’ora, dall’altra c’è la paura che approvando la legge si andrebbe a danneggiare tutto il resto di lavoratori che non vedrebbero aumenti. Ai microfoni di Notizie.com, Gianni Berrino, in Commissione lavoro al Senato per Fratelli d’Italia, ha spiegato che si deve ragionare anche su come ridare respiro ai lavoratori che percepiscono buste paga troppo basse rispetto al lavoro che fanno.
In questo senso il rischio sarebbe quello di danneggiare i lavoratori che si potrebbero trovare legati a uno stipendio comunque bassissimo (relativo appunto ai 9 euro all’ora) che rimarrà statico perché le aziende dovranno in qualche modo ripescare quel denaro ‘perso’. Secondo Gianni Berrino è quindi bene chiarire i lati positivi e negativi del salario minimo. Per esempio si dovrebbe tenere in considerazione anche il fatto che nella maggior parte dei casi questi lavori con salari estremamente bassi sono legati al lavoro in nero (che non vengono regolamentati dal salario minimo appunto perché non rintracciabili legalmente parlando).
Infine c’è anche un altro problema: alcuni datori fanno lavorare i dipendenti per poche ore alla settimana. Con questa tecnica, il salario basso è legato anche alle poche ore lavorative, motivo per cui queste persone magari si potrebbero ritrovare senza lavoro perché l’azienda potrebbe cambiare le politiche di assunzione favorendo turni più lunghi. Una delle criticità evidenziate dalla premier Meloni e dal governo rimane il rischio di una contrattazione al ribasso delle dinamiche salariali, come già citato precedentemente, il problema che potrebbe sorgere sta nel fatto che invece che migliorare la condizione dei lavoratori, si amplificherebbe la platea delle persone che si ritrovano coinvolte in un peggioramento.
Penso che si debba lavorare sulla contrattazione collettiva, specie sugli accordi frutto di dumping contrattuale” ha spiegato Berrino di Fdl a Notizie.com. “Inoltre, si deve intervenire su chi lavora ma resta sotto la soglia di povertà. Non penso che un salario minimo per legge a 9 euro possa essere la soluzione a questo”.
In questo senso si mette in luce il fatto che 9 euro all’ora rimane in ogni caso al limite della soglia di povertà considerando il costo della vita con i rincari attuali (ma anche non considerando i rincari), motivo per cui in una situazione così delicata, prima di fare mosse azzardate, bisognerebbe fare una giusta valutazione dei rischi per evitare di andare a peggiorare la situazione di tante persone. “Se dovessimo aumentare il salario a 9 euro, ci sarebbe un incremento dello stipendio di circa il 15%. Chi pagherebbe la differenza? – conclude l’esponente Fdl – C’è il rischio che i privati rinuncino a tenere lo stesso personale se gli costasse il 15% in più”.
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