I cyberbulli hanno iniziato a servirsi di emoji apparentemente innocue per sferrare i loro attacchi: ecco come.
Un nuovo studio condotto da Andrea García Montes, dottoranda in Linguistica Applicata presso l’Universitat Politècnica de València (UPV), ha analizzato l’uso degli emoji e il loro impatto in un contesto di relazioni criminali e ingannevoli. Nello specifico, l’analisi si è concentrata sull’uso di emoji da parte di cybermolestatori sessuali su minori. In un campione di 70 conversazioni fornite dal Segretario di Stato per la Sicurezza, lo studio rileva che i cyberbulli usano una serie di elementi grafici per imporsi sulle loro vittime. Vediamo insieme quali.
Lo studio, realizzato sotto la supervisione della professoressa dell’UPV Carmen Pérez Sabater, analizza anche il contesto in cui vengono utilizzati determinati emoji giungendo alla conclusione che i molestatori vi ricorrono nella maggior parte dei casi insieme a nomignoli affettuosi come “bambino” o “paradiso” per ingannare le loro vittime. Nel mirino sono finite due immagini apparentemente insospettabili…
La ricerca in questione fa parte del progetto Stoponsexgroom, finanziato dal Ministero della Scienza e dell’Innovazione spagnolo, ed è stata presentata a luglio alla diciottesima edizione della Conferenza Internazionale di Pragmatica tenutasi a Bruxelles. “L’uso di emoji contribuisce alla rete di bugie che gli aggressori tessono per raggiungere i loro fini criminali, sia che si tratti di foto o video compromessi del minore o che si incontrino fisicamente per fare sesso”, ha spiegato l’autrice Andrea García Montes.
Il cuore è, tra i 20 elementi grafici usati in modo ingannevole, il più frequente, riscontrato nel 25% dei casi di molestie, seguito dalla faccina gialla con due cuoricini al posto degli occhi (10%). Questi due emoji, uniti a soprannomi affettuosi come “paradiso” o “bambino”, sono sfruttati dai cybermolestatori sessuali per raggiungere i loro scopi. Ma c’è anche la faccina che sorride con un’espressione di superiorità (4%) o l’immagine di una piccola fiamma (3%).
Con l’uso di questi emoji, l’adulto malintenzionato mira a creare e sviluppare una relazione, amichevole o romantica, con la sua vittima, consolidando la trama di menzogne utile ai loro odiosi abusi. In un contesto di cyberbullismo sessuale dei minori, un’immagine apparentemente innocua può prestarsi a introdurre temi sessuali in modo implicito o malizioso per ingannare o confondere i minori. Guai dunque a sottovalutare questo tipo di segnali: le conseguenze potrebbero essere molto spiacevoli.
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