Molte famiglie non comprano una casa per i mutui troppo cari e per questo scelgono l’affitto. Scopriamo se è la scelta migliore.
La Banca centrale europea (BCE) ha alzato di nuovo i tassi di interesse che influenzeranno soprattutto i mutui sia quelli già sottoscritti sia quelli di nuova erogazione.
Per questo motivo gli esperti del settore immobiliare hanno dimostrato che molte famiglie, piuttosto che sottoscrive un mutuo troppo caro e inaccessibile, preferiscono scegliere l’affitto. Scopriamo i dettagli dell’indagine.
Il sogno di molte famiglie di possedere una casa di proprietà si infrange contro mutui troppo cari a causa dei tassi di interesse troppo elevati. Si conseguenza, molti stanno prendendo in considerazione l’affitto, alternativa più conveniente e accessibile.
A segnalare il cambiamento di mentalità una ricerca presentata dalla società di ricerca Nomisma all’interno del 16° Rapporto sulla finanza per l’abitare dal titolo “Sguardi familiari sull’abitare 2023”. Secondo lo studio una parte della popolazione ha difficoltà a sottoscrivere un mutuo a causa della situazione economica, ovvero per il rialzo del costo del denaro. In pratica, questa situazione ha reso i mutui troppo alti e inaccessibili.
Inoltre, l’indagine ha messo in luce che tra le famiglie numerose 1 su 5 (21%) non ha i requisiti per l’accesso al finanziamento. La percentuale aumenta, diventando del 23, 8%, qualora a richiedere il mutuo siano famiglie con figli minori oppure persone sole under 45.
Molte famiglie, quindi, optano per l’affitto. In realtà non è detto che questa sia la soluzione migliore soprattutto a causa dell’aumento dei canoni di locazione che nelle grandi città (ma non solo) ha raggiunto livelli insostenibili.
Nonostante i vari sostegni erogati dal governo la situazione economica di molte famiglie è ancora precaria. Infatti, secondo Marco Marcatili, chief development officer di Nomisma “la capacità reddituale degli italiani lascia intravedere alcuni campanelli d’allarme, con quasi la metà dei nuclei che dichiara che le disponibilità economiche sono appena sufficienti a far fronte alle spese primarie”.
Non solo: il chief development officer di Nomisma ha sottolineato che in difficoltà sono anche le famiglie “mono”, ovvero composte da persone sole con età compresa tra i 45 e i 69 anni. Infatti, queste hanno “un reddito inadeguato a far fronte alle spese e che, nel 44% dei casi, non permette di risparmiare” ha dichiarato Marcatili.
In conclusione, l’indagine prevede che nei prossimi 12 mesi il 34,8% delle famiglie in affitto (in precedenza era il 31,4%) avranno difficoltà a pagare il canone di locazione in maniera regolare.
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