Può sembrare davvero assurdo ma oggi per firmare un contratto basta una emoji inviata con WhatsApp.
Dobbiamo prestare molta attenzione a come usiamo le simpatiche emoticon durante uno scambio di messaggi; non solo rischiamo confusione a livello comunicativo ma anche i soldi.
Da quando sono nati i Social e le App di messaggistica istantanea le cose sono cambiate moltissimo e gli utenti oggi hanno a propria disposizione una moltitudine di servizi. Pensiamo al fatto, tra i tanti, di poter contattare il negozio preferito e fare ordini con un messaggino.
La tecnologia e la connessione onnipresente hanno cambiato la nostra vita e tutto oggi sembra più facile e veloce. Ma forse in alcuni casi è troppo facile, e troppo veloce. La storia di un personaggio canadese ci insegna che probabilmente è sempre bene non abbassare la guardia.
Una semplice “faccina” è costata molto cara ad un agricoltore canadese, che si è visto denunciare per il non rispetto di un contratto.
Ma come era avvenuta la stipula? Secondo quanto ricostruito dal Giudice, semplicemente con una risposta via cellulare, e in particolare con l’uso della emoji col pollice in su.
Può sembrare una follia, e invece è tutto vero. Leggendo la storia, che è stata divulgata dalle testate giornalistiche di tutto il mondo, scopriamo come mai il povero ignaro firmatario ha dovuto pagare più di 40 mila euro per qualcosa che non sapeva di aver stipulato.
L’agricoltore aveva già avuto scambi di email con un’azienda a cui doveva fornire dei cereali. Le volte precedenti aveva usato alcune emoticon e poi aveva consegnato la merce. L’ultima di queste, però, ha usato un’emoji diversa, perché pensava di aver semplicemente dichiarato di aver ricevuto la mail. Invece aveva firmato un nuovo contratto di consegna. Alla fine il Giudice ha dato ragione alla controparte e l’agricoltore ha dovuto pure pagare i danni.
Questa storia, anche se avvenuta molto lontano, ci insegna che probabilmente presto la regola delle faccine come accettazione o meno di un contratto potrebbe essere validata anche da noi.
Di sicuro c’è che la tecnologia ha velocizzato alcune pratiche, ma forse manca ancora qualche regolamentazione mirata, atta a garantire la sicurezza. Anche perché le considerazioni del Giudice sono state abbastanza inquietanti; durante la comunicazione della sentenza ha spiegato che i Giudici non possono ostacolare la tecnologia e che una firma di un contratto con una faccina anche se è inusuale ha la stessa valenza del metodo tradizionale.
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