Fai attenzione a questa truffa della Tari – potresti star pagando molto più di quanto dovresti senza rendertene conto.
Per chi non lo sapesse, la Tari è l’imposta territoriale commisurata alla produzione di rifiuti, a carico dei cittadini in base al possesso di diritto immobiliare o uso di immobili generale. Lo scopo della tassa è dare un sostegno finanziario al servizio che sovrintende lo smaltimento dei rifiuti urbani solidi. Insomma, una tassa comunale che varia da comune a comune su base annuale.
La tassa viene imposta basandosi sulla proprietà che produce i rifiuti, che sia di proprietà o in affitto (o, in caso di aziende, usata specificatamente per produrre i rifiuti). Dal calcolo è esclusa solo l’area che non produce rifiuti, e va pagata anche in caso di immobili come giardini (ma non per posti auto esterni).
L’imposta è, quindi, legata alla produzione di rifiuti, basata sulla quantità di rifiuti prodotti da ogni cittadino. Per calcolare la Tari specifica dell’immobile bisogna considerare molti fattori, come la superficie dell’immobile.
Attenzione, però, perché è bene verificare che i dati richiesti siano corretti prima di effettuare un pagamento, soprattutto se si possiede una seconda casa, che inevitabilmente produrrà meno rifiuti.
In caso si posseggano due abitazioni identiche ma se ne usi principalmente una, logica impone che la seconda casa dovrebbe pagare di meno alla Tari.
La Tari si basa su fattori come le dimensioni dell’edificio, la quantità di occupanti dichiarati residenti e le aliquote applicate, quindi è molto importante tenere d’occhio la tassa sulla seconda casa, visto che i non residenti dovrebbero pagare meno dei residenti generando meno rifiuti.
La Commissione Regionale della Toscana è intervenuta sulla cosa, dichiarando che il comune che non provvede al calcolo proporzionale della TARI commette un illecito.
La legge richiede che l’imposta sulla residenza vada pagata anche se disabitata, ma solo per coprire le spese dei servizi dell’amministrazione comunale, senza danneggiare chi non sta producendo rifiuti. In caso si venga a rivelare questo errore, è possibile impugnare l’azione del comune.
Per avviare il processo basta rivolgersi agli uffici delle imposte del luogo di residenza e chiedere il ricalcolo dell’imposta. In caso di rifiuto o opposizione il soggetto ha la possibilità di presentare ricorso alla commissione tributari.
Da notare che la normativa fiscale attuale prevede l’esenzione dalla Tari per chi possiede una seconda casa disabitata o inagibile. Questa esenzione è applicabile in tutti i casi in cui non ci sia alcuna generazione di rifiuti. Fate molta attenzione e contestate qualora la bolletta risulti più alta del dovuto.
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