Riprendono le discussioni tra sindacati e Governo sulla Riforma della pensione. Quali le questioni al centro del dibattito?
Il 26 giugno ci sarà un nuovo incontro tra esecutivo e sindacati per riprendere in mano il tema previdenza.
L’ipotesi più plausibile è che per la Riforma delle Pensioni occorrerà aspettare ancora. Mancano le risorse economiche per attuare quei cambiamenti che i lavoratori chiedono – misure flessibili e strutturali – ma ciò non significa che il Governo non abbia degli interventi da attuare che migliorerebbero le condizioni dei cittadini. Le decisioni ufficiali sono probabilmente ancora lontane dall’essere prese ma qualcosa in più si definirà il prossimo lunedì quando si riaprirà il confronto tra l’esecutivo di Giorgia Meloni e i sindacati. Quest’ultimi hanno le idee chiare su cosa chiedere e in molti casi gli obiettivi coincidono con quelli del Governo. Bisognerà sperare che si arrivi a degli accordi sulle modalità per attuare gli stessi.
Copertura previdenziale dei giovani, staffetta generazione, Quota 103 saranno le tematiche centrali dell’incontro. Servono risposte prima della manovra fiscale di fine anno. Se arriveranno o meno non è ancora lecito saperlo.
Ricominciano le discussioni in vista della Riforma delle Pensioni. Si prospetta un’estate molto calda in vista della Legge di Bilancio 2024. Occorre definire cosa inserire nella manovra ma anche individuare interventi da mettere in atto nei prossimi anni per cambiare rotta all’Italia.
Non dimentichiamo che la miccia della cosiddetta bomba sociale è stata innescata. Se la situazione non dovesse cambiare tra poco tempo potrebbero mancare i soldi per pagare le pensioni. La questione natalità è seria, bisogna mettere i cittadini nella condizione di poter mettere su famiglia. Spesso non manca la volontà ma le risorse economiche. Se le uscite sono superiori alle entrate già in coppia come si può pensare di doversi occupare di un bambino?
Urge attuare, dunque, dei cambiamenti in più direzioni. Bisogna uscire dall’inverno demografico, invogliare i giovani a costruire fin da adesso la pensione futura aderendo ai Fondi previdenziali con migliori condizioni, favorire il ricambio generazionale e garantire carriere più continuative.
E poi c’è la questione “pensioni”. I lavoratori chiedono maggiore flessibilità e meno tagli sull’assegno. Ci sarà Quota 41 per tutti? Forse in un futuro ma l’idea che possa scattare da gennaio 2024 è alquanto improbabile. Ipotesi più plausibile è una proroga di Quota 103 forse con qualche modifica – si pensa ad alzare l’età da 62 a 64 anni. Verrà prorogata anche l’APE Sociale mentre Opzione Donna è in forte dubbio. I paletti sono aumentati già nel 2023, segno che si potrebbe andare verso un addio della misura.
Sul piano di lavoro anche un’estensione della platea dei lavoratori che svolgono attività usuranti per l’accesso alle pensioni anticipate. E da non dimenticare in conclusione la volontà di spingere i giovani verso forme di previdenza integrativa innalzando la soglia di deducibilità e avviando una nuova fase di silenzio-assenso per destinare il TFR ai Fondi pensioni.
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