Districarsi tra le regole dei canoni di locazione non è semplice: chi desidera affittare un appartamento deve conoscere le norme basilari.
Gli italiani sono tra i popoli che maggiormente investono “nel mattone”: basti pensare che nel nostro Paese, secondo i dati Eurostat, più del 72% delle famiglie possiede un immobile, ed è una percentuale più alta della media europea, che si attesta intorno al 69%.
Avere una casa da affittare è dunque un tipo di investimento che piace molto, e che può anche rendere bene. Non dimentichiamoci, poi, che l’Italia è un Paese in cui ogni anno si riversano milioni di turisti da tutto il mondo, incrementando il mercato delle locazioni a breve termine.
Chi possiede un appartamento, villetta o piccolo locale e desidera metterlo a disposizione di un locatario, però, deve prestare molta attenzione; se non si pianificano i dettagli e se non si fanno bene i conti, i guadagni possono svanire nel nulla. Ecco allora cosa consigliano gli esperti.
Sicuramente se abbiamo un immobile libero desideriamo sfruttarlo per guadagnare dei bei soldini. Dobbiamo però fare bene i calcoli e tenere in considerazione diversi fattori, soprattutto quando andiamo a decidere a quanto affitteremo l’appartamento.
Potremmo pensare di rivolgerci ad un’agenzia specializzata, ed evitare così qualsiasi “problema”. Le agenzie, però, prendono una parcella consistente e se dobbiamo affittare l’appartamento più volte nel corso dell’anno vanificheremo i nostri guadagni.
La cifra pensata per l’affitto, poi, anche se esiste il mercato libero, deve comunque rispettare i criteri di legge ed essere in linea con i prezzi di mercato del momento.
Il proprietario deve tenere conto dell’eventuale investimento che ha attuato per l’acquisto dell’immobile, inoltre dovrà considerare anche una lista di spese di competenza. Ad esempio, quelle di manutenzione delle scale/ascensore e dell’illuminazione delle zone comuni, oppure i costi per il riscaldamento: è opportuno calcolare la somma annuale e poi includerla nella cifra del canone mensile, oppure stabilire se sarà l’inquilino a provvedere in autonomia.
Naturalmente, è opportuno pensare anche alle tasse che verranno applicate al guadagno ottenuto col canone di affitto. Attualmente esistono diversi modi per stipulare un contratto ma quello più apprezzato è certamente la cedolare secca; questo perché l’aliquota della cedolare secca è al 21% e scende al 10% in caso di canone concordato.
La buona notizia è che però dare in affitto una casa ammobiliata rende di più perché secondo le norme vigenti si può chiedere una cifra mensile più alta. Gli appartamenti ammobiliati sono molto richiesti, soprattutto da studenti e professionisti.
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