Svolta Neuralink: il sì ufficiale a Elon Musk apre nuovi orizzonti sull’utilizzo dei chip che connetteranno i computer alle nostre menti umane.
E’ certamente un traguardo significativo quello raggiunto da Elon Musk e la sua Neuralink, la discussa azienda di Fremont che si occupa di sviluppare interfacce neurali impiantabili, da sempre oggetto di divisione e indagine. Finora c’erano stati sempre gli animali al centro della (comunque discussa) sperimentazione del colosso statunitense. Ora, in un futuro prossimo, potrebbe non essere più così.
Food and Drug Administration, più semplicemente FDA, ossia l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dipendente dal Dipartimento della salute e dei servizi umani degli USA, ha dato il placet a Neuralink per iniziare il suo primo studio clinico sull’uomo, la svolta che Elon Musk stava aspettando da tempo.
Era dal 2019, infatti, che l’imprenditore sudafricano con cittadinanza canadese, naturalizzato statunitense, aveva espresso la sua volontà di poter lavorare, nel breve periodo, su esperimenti umani per l’impianto cerebrale di Neuralink, che potenzialmente potrebbe aiutare ad affrontare condizioni gravi di un individuo, paralisi e cecità su tutte. Finora la FDA aveva espresso delle grandi perplessità, sintetizzate da un categorico (e ripetuto) no. Lo scenario sembra ora cambiato.
Sì perché la Food and Drug Administration aveva sollevato più volte diverse complessità che non permettevano la concessione dell’autorizzazione alla sperimentazione umana: ostacoli finora insormontabili che ruotavano attorno alla batteria al litio dell’impianto, alla potenziale migrazione dei fili all’interno del cervello e all’estrazione sicura del dispositivo, senza causare danni al tessuto cerebrale di un individuo.
La recente approvazione della FDA arriva in un contesto di pressione da parte dei legislatori statunitensi che da tempo stavano sollecitando le autorità di regolamentazione a indagare, nel particolare, sui test di Neuralink sugli animali, non considerati sicuri al 100%. L’azienda di Elon Musk era stata perfino oggetto di indagini federali su presunte violazioni sull’Animal Welfare Act, compresa la supervisione dell’USDA su Neuralink stessa.
Per questo il via libera della Food and Drug Administration ha un’importanza biunivoca: una svolta per Elon Musk ma anche un principio di sicurezza riguardo a ciò che vuole fare il Paperon de’ Paperoni del nuovo millennio. Neuralink ha chiarito in un tweet che non è ancora pronta per una sperimentazione clinica e questa onestà intellettuale è altrettanto importante, da tener conto: ha riconosciuto gli sforzi di collaborazione tra il suo team e quello della Food and Drug Administration, come una sorta di pietra miliare per il futuro. Una base (futura) per trovare l’altezza della situazione.
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