Può succedere di non ritirare una raccomandata perché non si è in casa. Ma che cosa succede dopo? Scopriamolo insieme.
È abbastanza comune non essere in casa quando il postino passa e, dunque, non ritirare una raccomandata. In questo articolo vi spieghiamo nei dettagli cosa succede e cosa bisogna fare per evitare guai.
Il postino passa sempre due volte? Sicuramente non a Milano! È abbastanza comune che passi proprio quando siamo a lavoro o dal medico o a fare la spesa. E, guarda il caso, quel giorno doveva consegnarci una raccomandata che il custode del palazzo non può ritirare al nostro posto e che non può nemmeno essere lasciata nella nostra cassetta della posta.
Ci sono poi casi in cui il destinatario sceglie volontariamente di non ritirare una raccomandata nella convinzione di evitare multe o convocazioni di vario tipo. Si tratta, giustappunto, di una mera convinzione perché non ritirare la raccomandata non annulla i nostri doveri né cancella i nostri debiti. Al massimo peggiora solo la situazione.
Nonostante siamo nel 2023 sono ancora tante le persone convinte che non accettare una raccomandata possa evitare qualsiasi problema legale: multe, cartelle esattoriali, accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, decreti ingiuntivi e atti giudiziari. Nulla di più falso. Vediamo, invece, che cosa succede davvero se ci si ostina a non ritirare.
Anche se una raccomandata non viene ritirata, essa è comunque considerata valida e produce tutti i suoi effetti. Infatti il solo invio di una raccomandata alla residenza del destinatario costituisce una notifica legale ai sensi di legge. Quindi non ritirarla non solo è inutile ma può anche comportare conseguenze negative in quanto, non conoscendone il contenuto, una persona non potrà agire in tempo per difendersi legalmente. Se il destinatario si rifiuta di ritirare la raccomandata, il postino lo segna sulla busta stessa e la invia al mittente. La raccomandata si considera come consegnata. Se, invece, la raccomandata non viene ritirata semplicemente perché il destinatario non è presente in casa, il postino deve lasciare un avviso nella cassetta postale. A questo punto una persona ha tempo 30 giorni per andare a ritirare in Posta. Se non va a ritirarla, dopo 30 giorni la raccomandata torna al mittente ma produrrà comunque i suoi effetti.
Se a non essere ritirato è un atto giudiziario, il postino metterà un avviso di giacenza nella cassetta delle lettere in cui informa del tentativo di notifica e della possibilità di ritirare la busta presso l’ufficio postale. Il destinatario riceverà una seconda raccomandata: la cosiddetta CAD. La notifica si considera perfezionata una volta decorsi 10 giorni dalla spedizione della CAD. L’atto giudiziario resterà nell’ufficio postale per 6 mesi. Una persona, dunque, ha tempo fino a 6 mesi per il ritiro ma gli effetti dell’atto si producono già a partire dall’undicesimo giorno successivo all’invio della CAD
Conoscere il numero di conto corrente è importante per gestire tutte le operazioni in entrata…
Novità sulla manovra: nel 2024 cambierà l’assetto e l’assegnazione dei bonus, più spazio alla famiglia…
Chi stabilisce quando un lavoratore può andare in ferie? Tutto quello che c'è da sapere…
Il congedo parentale funzionerà diversamente nel 2024: ecco cosa cambierà l'anno prossimo rispetto alla legge…
È allarme per milioni di italiani a rischio della truffa Postepay. Nessuno deve aprire il…
Negli episodi de La Promessa dal 6 al 10 novembre si svelerà un segreto sconvolgente:…