Pensione e lavoro sono compatibili secondo la Legge? Ci sono regole da rispettare per non rischiare di incorrere in serie problematiche.
I pensionati possono svolgere attività lavorative ma ad alcune condizioni. Scopriamo la normativa e le direttive del Fisco.
La pensione spesso non è sufficiente per garantire lo stesso stile di vita adottato quando si lavorava. Il sistema di calcolo contributivo taglia l’importo pensionistico notevolmente rispetto allo stipendio con la conseguenza che tanti pensionati desiderano continuare a svolgere un’occupazione per aumentare le entrate. Ciò è legale?
I pensionati possono lavorare ma ad alcune condizioni, prima tra tutte il raggiungimento della pensione di vecchiaia. La normativa attuale, infatti, impedisce a chi si trova in un regime di pensione anticipata di cumulare il trattamento con redditi da lavoro dipendente o autonomo. In breve, solo al compimento dei 67 anni di età e alla maturazione di 20 anni di contributi si potrà lavorare da pensionati.
Dal 2009 i titolari di un trattamento INPS legato alla pensione di vecchiaia possono continuare a lavorare senza limiti. Dovranno solamente considerare che il cumulo dei redditi è totale e implica un’unica base IRPEF. Significa che, per esempio, avendo percepito nel corso dell’anno 15 mila euro di pensione e 3.500 euro per prestazioni professionali di varia natura i redditi che dovrà dichiarare saranno pari a 18.500 euro.
Diverso il caso in cui il lavoratore è andato in pensione anticipatamente rispetto i 67 anni. Diversi scivoli permettono di lasciare il lavoro in anticipo per favorire il ricambio generazionale e cercare di bilanciare il sistema previdenziale (il numero dei pensionati è attualmente molto più alto rispetto quello dei lavoratori).
La forma di pensionamento anticipato viene vista dalla Legge come un vantaggio per il cittadino. Di conseguenza gli impedisce di poter lavorare e generare altro reddito fino alla maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia. Parliamo del divieto di cumulo dei redditi.
Attenzione, la Corte Costituzionale ha posto il veto solo sui redditi da lavoro subordinato (sentenza 234 del 2022). Significa che i redditi da lavoro autonomo sono concessi anche in caso di pensionamento anticipato tenendo conto del limite massimo di 5 mila euro lordi all’anno.
Il pensionato aderente ad un regime pensionistico anticipato può, dunque, svolgere solamente un lavoro autonomo accumulando al massimo 5 mila euro lordi in un anno. Il fine è impedire che il ricambio generazionale venga limitato. Chi viola le direttive rischia la sospensione dell’assegno pensionistico e la restituzione delle somme erogate dall’INPS nell’anno in cui la cumulabilità è stata violata svolgendo da pensionato under 67 un lavoro dipendente.
Conoscere il numero di conto corrente è importante per gestire tutte le operazioni in entrata…
Novità sulla manovra: nel 2024 cambierà l’assetto e l’assegnazione dei bonus, più spazio alla famiglia…
Chi stabilisce quando un lavoratore può andare in ferie? Tutto quello che c'è da sapere…
Il congedo parentale funzionerà diversamente nel 2024: ecco cosa cambierà l'anno prossimo rispetto alla legge…
È allarme per milioni di italiani a rischio della truffa Postepay. Nessuno deve aprire il…
Negli episodi de La Promessa dal 6 al 10 novembre si svelerà un segreto sconvolgente:…