Un atteggiamento assunto online potrebbe rivelare una condizione patologica: l’oniomania, che fa parte della lunga lista di dipendenze
L’oniomania può essere rapportata a qualsiasi altra dipendenza perché il meccanismo alla base rimane sempre lo stesso. Dipendenza da sostanze stupefacenti ma anche dipendenza da caffè, per esempio, o da particolari manie che crescono e si alimentano negli anni. Le dipendenze di solito sono alla base di un meccanismo di gratificazione. Stressati o troppo tesi per i dolori quotidiani, gli umani cadono in questi pozzi neri, i pozzi delle manie e delle dipendenze, debolezze che in un primo momento danno una sensazione di benessere fino poi a sfuggire dal controllo diventando delle vere e proprie trappole.
Alla base c’è la sovrapproduzione di serotonina e dopamina. La dopamina è una sostanza che risponde all’eccitazione, quando un’azione alza i livelli di dopamina, ci sentiamo entusiasti, emozionati, ma è una sensazione che dura solo il tempo dell’alterazione, poi si spegne. Questo cortocircuito porta a reiterare l’azione ancora e ancora, all’infinito, per cercare di riprovare ogni volta quella sensazione di euforia. La serotonina aumenta per un mancato controllo dell’impulsività, in sostanza ci rende vittime dei nostri impulsi che sembrano diventare insormontabili razionalmente.
Questi due elementi creano un cocktail infallibile che ci fa cadere vittime di dipendenze di qualsiasi tipo. Da quando passiamo molto tempo online, si sono create nuove forme di dipendenza. Tra tutte le più preoccupanti sembrano essere le forme di dipendenza da social e da shopping compulsivo. Entrambi i casi sono preoccupanti allo stesso modo perché alla base rimane attivo il concetto di gratificazione che sui social arriva dai like e dalla considerazione degli altri nei nostri confronti, dallo shopping invece dall’idea di aver acquisito qualcosa di nuovo che in quel momento sembra essenziale e che invece in pochi minuti dall’arrivo dell’acquisto risulterà totalmente inutile. Quest’ultima dipendenza viene chiamata oniomania.
La sindrome da shopping compulsivo è un disturbo in cui la persona effettua acquisti (nonostante sia consapevole di non aver bisogno di ciò che sta acquistando) in maniera compulsiva, ovvero per eliminare una sensazione di malessere e tensione crescente. Colpisce ormai tra l’1% e il 6% della popolazione e in particolar modo donne tra i 35 e i 40 anni, di classe sociale media. Nella forma grave del disturbo, la media è di 17 episodi di acquisto al mese che durano circa 7 ore ciascuno.
Il soggetto percepisce questa voglia irrefrenabile di acquistare qualcosa che in quel momento sembra diventare irresistibile, arriva ad accumulare acquisti compulsivi che vanno ben oltre le possibilità economiche e al tempo stesso si registrano infinite ore di ricerca dei prodotti d’acquistare, ore e ore che vengono tolte dalla vita quotidiana, praticamente buttate. Se ci si accorge di essere in uno stato grave (di solito ci si rende conto degli acquisti eccessivi), è bene rivolgersi a uno specialista prima di ritrovarsi in pessime condizioni economiche.
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