Di questi tempi Elon Musk non si fa mancare proprio nulla. Non bastavano i problemi di Twitter, ci mancavano i gravi guai che hanno investito Tesla.
E’ stata sin dall’inizio il fiore all’occhiello, l’azienda che se vogliamo ha messo luce in l’ascesa di Elon Musk a livello globale. Tesla fu fondata nel 2003 a San Carlos in California da Martin Eberhard e Marc Tarpenning, Elon Musk ha dato una bella accelerata alla transizione globale verso l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili.
Veicoli elettrici ad alte prestazioni orientati al mercato di massa, questo il grimaldello che ha aperto le porte del paradiso a Elon Musk, nel 2015 la consacrazione: secondo il Forbes era diventata l’azienda più innovativa al mondo.
Nel 2018 l’ascesa continua con l’abbattimento del muro dato dalle cinquecento mila unità, capaci di percorrre oltre dieci miliardi di miglia. Subito dopo lo scoppio della pandemia da Coronavirus, la capitalizzazione azionaria di 1000 miliardi di dollari dopo un maxi ordine di 100.000 Tesla Model 3 da parte di Hertz, la prima volta per una casa automobilistica. Ora problemi, problemi, problemi.
L’amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato sostiene che i veicoli a marchio Tesla hanno riscontrato gravi problemi di sicurezza, non roba non di poco conto con l’alto rischio che i conducenti accelerino per errore (della macchina) aumentando a livello esponenziale gli incidenti. Questi gravi problemi ingloberebbero quei veicoli prodotti tra il 12 gennaio 2019 e il 24 aprile 2023, così Tesla non ha potuto far altro che riportare a casa base oltre un milione di veicoli in Cina. Tesla riprenderà circa 1.104.622 veicoli per affrontare presunti rischi per la sicurezza diffusi. Il processo di richiamo dovrebbe iniziare il 29 maggio. Ma da dove cominciare?
L’azienda il cui CEO è proprio Elon Musk prevede di risolvere questi problemi con l’utilizzo di diversi metodi alternativi, compreso il sistema di aggiornamento “over-the-air”, tramite il quale si può aggiornare i software delle Tesla da remoto.
L’azienda multinazionale statunitense specializzata nella produzione di auto elettriche, ma anche pannelli fotovoltaici e sistemi di stoccaggio energetico, chiamata così in onore del noto inventore Nikola, ha cercato di espandere la produzione di veicoli attraverso la costruzione di nuove strutture sia a livello nazionale che all’estero, comprese le fabbriche in Cina. Per questo l’intoppo non è di poco conto: Tesla, tanto per fare un esempio, gestisce una fabbrica a Shanghai in grado di produrre 22.000 unità di automobili alla settimana. Meglio sbrigarsi ad aggiornare tutto, in ballo ci sono miliardi e miliardi.
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