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Economia

In pensione prima dei 67 anni, tutti gli anticipi del sistema previdenziale con le ultime novità

Published by
Valentina Trogu

Riuscire ad andare in pensione prima dei 67 anni è un’impresa possibile per diverse categorie di cittadini. Da cinque mesi a sei anni, questo il range da approfondire.

Il sistema pensionistico italiano prevede la possibilità per molti lavoratori di lasciare il lavoro anticipatamente.

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Tutti i lavoratori possono uscire dal mondo del lavoro con la pensione di vecchiaia ossia al compimento dei 67 anni e avendo maturato 20 anni di contributi. Ci sono, poi, scivoli pensionistici che permettono un’uscita anticipata. Significa che il cittadino non dovrà attendere necessariamente 67 anni per dedicarsi alla famiglia e al relax a tempo pieno. Potrà organizzare la festa di pensionamento da cinque mesi a sei anni prima (a seconda della forma pensionistica scelta) ma solo soddisfacendo specifici requisiti.

Il Governo concede la pensione anticipata ad alcune categorie di lavoratori. Può dipendere dalla tipologia di lavoro svolto, dalle condizioni di salute della persona o dalla carriera alle spalle. Vediamo quali sono questi scivoli e a chi sono dedicati.

In pensione prima dei 67 anni con cinque mesi di sconto

Senza perdere tempo in preamboli, iniziamo subito a scoprire chi e come può andare in pensione prima dei 67 anni. I lavoratori che svolgono mansioni faticose e pesanti nonché usuranti possono lasciare il lavoro a 66 anni e sette mesi. Per loro, infatti, non vige l’adeguamento all’andamento della speranza di vita del 2019 che ha portato il requisito anagrafico della pensione di vecchiaia a 67 anni. Cambia, però, il requisito contributivo. Non venti ma trent’anni di contribuzione minima per ottenere lo sconto di cinque mesi.

Per chi svolge lavori usuranti, poi, c’è un ulteriore scivolo che permette loro di lasciare il lavoro a 61,7 anni di età avendo maturato 35 anni di contributi. La misura richiede il raggiungimento di quota 97,6 con i requisiti maturati considerando le due soglie minime di accesso alla quiescenza per usuranti.

Quota 103

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto Quota 103 per uscire dal mondo del lavoro a soli 62 anni avendo maturato, però, 41 anni di contributi. Entrambi i requisiti dovranno essere raggiunti entro il 31 dicembre 2023.

Restando nelle Quote non dimentichiamo che per la cristallizzazione del diritto nell’anno in corso possono lasciare il lavoro anticipatamente coloro che nel 2022 hanno maturato i requisiti per Quota 102 e nel 2021 per Quota 100. Parliamo, rispettivamente, di

  • 64 anni di età e 38 di contribuzione e
  • 62 anni di età e 38 di contribuzione.

Pensione anticipata ordinaria

Tra le misure strutturali, la pensione anticipata ordinaria permette di lasciare il lavoro avendo maturato 41 anni e dieci mesi di contributi se donne e 42 anni e dieci mesi di contributi se uomini. Non è richiesta la soddisfazione di alcun requisito anagrafico.

Pensione precoci e APE Sociale

La pensione per precoci è riservata a coloro che hanno maturato almeno un anno di contribuzione prima dei 19 anni su un totale di 41 anni di contributi nella carriera lavorativa (35 effettivi). Altra condizione è appartenere ad una delle categorie dell’APE Sociale ossia

  • caregiver da almeno sei mesi,
  • invalidi al 74%,
  • disoccupati,
  • addetti alle mansioni gravose.

Scegliendo l’uscita esclusivamente con l’APE Sociale, invece, i requisiti da rispettare sono 63 anni di età e 30 anni di contributi (36 se addetti alle mansioni gravose) riuscendo, così, ad andare in pensione quattro anni prima dei 67 anni.

Opzione Donna

Concludiamo con Opzione Donna dedicata alle lavoratrici con 60 anni di età (59 anni se hanno un figlio, 58 se con due figli) e 35 anni di contribuzione. Possono usufruirne solo le disoccupate, le caregiver e le invalide al 74% ma anche per questa misura vige la cristallizzazione del diritto. Significa che chi ha maturato i “vecchi” requisiti (58 anni di età se dipendenti e 59 anni se autonome con 35 anni di contributi) entro il 31 dicembre 2022 può lasciare il lavoro nel 2023 senza appartenere ad una delle categorie citate.

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