I militari possono chiedere i permessi 104 retribuiti per assistere un familiare disabile grave? La risposta è legata ad una sorprendete sentenza del Tar.
Le domande dei permessi 104 sono disciplinate da una specifica normativa, ancora più stringente trattandosi di militari.
I permessi di tre giorni retribuiti sono concessi per mezzo della Legge 104. Possono richiederli lavoratori con handicap fisico, psichico o sensoriale oppure i caregiver per assentarsi dal lavoro al fine di assistere un familiare con disabilità grave. Dal mese di agosto 2022 è possibile che più dipendenti chiedano i permessi per uno stesso assistito restando nella misura massimo di tre giorni al mese. Giorni che, ricordiamo, possono essere fruiti anche ad ore. Condizione necessaria è che il disabile sia riconosciuto come invalido grave (articolo tre comma tre della Legge 104).
Un maggiore dell’Esercito nel 2022 ha avanzato richiesta dei permessi al Ministero della Difesa proprio per poter prendersi cura di un parente disabile grave. La domanda è stata respinta.
La domanda del maggiore dell’Esercito è stata inoltrata pochi mesi fa allo Stato Maggiore dell’Esercito. L’uomo ha dimostrato la necessità di occuparsi di un familiare disabile grave dato che nessun altro parente avrebbe potuto per ragioni obiettive. Ciò non è bastato a far ottenere al richiedente i permessi 104.
L’Esercito ha giustificato il mancato accoglimento della domanda dicendo che lo status di militare comporta delle particolari specificità. Ha comunicato, poi, che l’Amministrazione ha il diritto di valutare caso per caso e valutare le ricadute organizzative sul servizio. Il maggiore non si è lasciato scoraggiare dal rifiuto e ha contattato gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia per fare ricorso al Tar.
La sentenza del Tar ha ribaltato la decisione dello Stato Maggiore dell’Esercito dando ragione al militare. L’uomo potrà godere dei benefici della Legge 104 e approfittare dei permessi di tre giorni mensili per assistere il familiare disabile grave. L’Amministrazione non ha il diritto – secondo il Tar – di negare al lavoratore di utilizzare le giornate retribuite nemmeno avvallando ragioni organizzative.
Ogni dipendente – pubblico, privato e con status di militare – può richiedere e ottenere il beneficio ove siano soddisfatti i requisiti. Gli avvocati del maggiore, poi, hanno sostenuto che l’Amministrazione ha associato al rifiuto dei permessi esigenze amministrative senza chiarire nei dettagli il motivo dell’inconciliabilità con i permessi 104 ai militari.
Dopo le dovute valutazioni del caso, il TAR ha dato ragione al maggiore e, di conseguenza, il Ministero della Difesa si è trovato costretto ad accordare il beneficio sostenendo anche le spese di giudizio (1.500 euro) e quelle generali più il contributo unificato.
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