I permessi 104 sono riconosciuti al lavoratore disabile grave e ai caregiver nella misura di tre giorni al mese. Possono essere richiesti per riposare?
La normativa prevede che i permessi 104 siano chiesti dalla persona che assiste un familiare con disabilità per prendersi cura dello stesso.
Lo Stato tutela i caregiver che assistono familiari con disabilità grave concedendo il congedo straordinario e i permessi di tre giorni. Entrambe le misure consentono al lavoratore di assentarsi dal posto di lavoro continuando ad ottenere la retribuzione e senza mettere a rischio l’occupazione. In realtà la possibilità di subire sanzioni disciplinari o il licenziamento esiste. Il dipendente deve considerarsi “in pericolo” nel momento in cui viene beccato a disubbidire alle regole che disciplinano la fruizione dei permessi (o del congedo) con Legge 104.
Tale rischio non riguarda il lavoratore disabile che fruisce dei permessi mentre è reale per il caregiver. In linea generale, il beneficio è concesso unicamente per prendersi cura del familiare con handicap fisico, psichico o sensoriale grave. Naturalmente non significa dover stare incollato al disabile 24 ore su 24 ma ogni attività dovrà essere collegata al soggetto con handicap. Sono concesse, però, delle pause.
La questione del riposare durante i tre giorni di permesso può essere riassunta in questo modo. Il caregiver può concedersi delle pause ma la maggior parte del tempo dovrà essere dedicato alla cura della persona disabile.
Se dopo aver accudito il familiare, aver pulito la sua casa, preparato il pranzo ed essere andato a fare la spesa o a pagare le bollette il caregiver si concede mezz’ora di riposo su una panchina del parco non rischierà il licenziamento. Se, invece, dalle 8 alle 10 del mattino (ad esempio) assiste il disabile e il resto della giornata lo passa prima dal parrucchiere, poi, a prendere un aperitivo con gli amici e infine in pizzeria allora il datore di lavoro potrà prendere seri provvedimenti nei confronti del caregiver.
Durante la giornata di permesso 104 il caregiver può dedicare del tempo a sé stesso – un’ora o due al massimo – e passare il resto del giorno ad occuparsi del disabile. Il licenziamento scatta nel momento in cui il datore di lavoro trova il dipendente in discoteca, al mare, in una gita fuori porta. Se riscontrato un abuso della misura, dunque, il lavoratore rischia di essere licenziato per giusta causa o uso improprio dell’agevolazione nonché una denuncia per truffa ai danni dello Stato essendo l’INPS a pagare i giorni di permesso retribuiti.
Ricordiamo che è facoltà del datore di lavoro investigare su come il dipendente trascorre il suo tempo durante i giorni di permesso. Il lavoratore, però, potrà opporsi al licenziamento dimostrando di aver passato la maggior parte della giornata con la persona disabile e di essere stato “beccato” mentre prendeva una boccata d’aria.
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