La fibromialgia è una sindrome che condiziona negativamente la vita delle persone che vi soffrono.
Nonostante la gravità della fibromialgia al momento non è riconosciuta come malattia invalidante.
Lo Stato italiano inserisce le malattie considerate invalidanti in una precisa lista in modo tale da garantire a chi soffre aiuti economici e assistenziali. Se la patologia impedisce di vivere serenamente e comporta numerosi ostacoli sia nella vita personale che lavorativa, però, non è scontato che lo Stato la riconosca come invalidante. Non è detto, dunque, che il paziente non in grado di lavorare possa ottenere i benefici spettanti. L’inserimento della sindrome o malattia nella citata lista è fondamentale.
Eventuali limitazioni impediscono a chi è affetto da una patologia riconosciuta come dolorosa e cronica – quale la fibromialgia – di godere degli aiuti statali. Viene, così, lasciato solo a combattere contro una serie di problematiche difficilmente superabili. Non si spiega, poi, come una sindrome riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come dolorosa cronica invalidante non comporti il riconoscimento dell’invalidità civile in Italia.
L’indennità per disabilità al lavoro viene riconosciuta dallo Stato alle persone con una condizione fisica o psichica che impedisce loro di avere un lavoro. In base alla gravità della patologia viene erogato un determinato importo ogni mese, fondamentale quando non si ha la possibilità di guadagnare svolgendo un lavoro.
La fibromialgia causa dolore permanente e cronico in tutto il corpo. Ci sono giornate migliori e altre in cui rimane difficile anche alzarsi dal letto. L’entità del dolore, dunque, varia e quando è elevata impedisce alla persona di svolgere un qualsiasi tipo di lavoro. Inoltre, non si è ancora a conoscenza della reale causa della sindrome rendendo più complicato curarne i sintomi. Una situazione complicata che lede la qualità della vita del paziente ma, allora, come mai non è possibile ricevere l’invalidità?
L’indennità per invalidità al lavoro viene riconosciuta nel momento in cui la malattia impedisce del tutto o in modo parziale di operare in un lavoro. La fibromialgia non rientra in questo quadro dato che il dolore può essere attenuato con diversi trattamenti erogati anche dallo stesso medico di famiglia, senza necessità di ricorrere ad uno specialista. Antidolorifici e pratiche psicologiche sono le metodologie prescritte ma non sempre si rivelano efficaci (almeno non del tutto).
Secondo lo Stato italiano, dunque, il soggetto che soffre di fibromialgia non riporta realmente danni all’organismo ma prova esclusivamente una sensazione di dolore che si può attenuare. Di conseguenza è possibile lavorare. Da qui il mancato inserimento della patologia tra le malattie invalidanti. La speranza è che la fibromialgia possa essere riconosciuta – prima o poi – per quello che è realmente ossia una sindrome che non permette a chi ne soffre di avere una qualità della vita soddisfacente. Questo dovrebbe bastare per il riconoscimento dell’invalidità.
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