Gli stipendi dei lavoratori avranno importi diversi tra luglio e novembre 2023. Tutto merito del rafforzamento al taglio del cuneo fiscale.
Uno sgravio del 7% per guadagni sotto i duemila euro. Interessanti novità in arrivo per tutti i lavoratori.
Pur tenendo conto che si tratta di indiscrezioni arrivate alle nostre orecchie negli ultimi giorni, possiamo ipotizzare una decisione del Governo che farò sorridere i lavoratori. Il taglio del cuneo fiscale dovrebbe toccare quota 7%. Significa che l’aliquota a carico del dipendente sarà ancora più bassa. La percentuale maggiore sarà a carico del datore di lavoro, quella detratta al lavoratore verrà coperta dall’INPS tutelando la pensione futura.
Per il momento i cittadini rimangono con il fiato sospeso. Potranno sentirsi realmente sollevati quando le indiscrezioni diventeranno ufficiali con l’approvazione del Decreto Lavoro prevista per oggi, 1° maggio – la Festa dei Lavoratori. A fine giornata, dunque, si potrà avere la certezza di andare incontro a stipendi con importi più elevati soprattutto se si guadagnano meno di 35 mila euro all’anno. L’obiettivo di alleggerire la pressione fiscale del Governo Meloni potrebbe, così, essere raggiunto.
Al momento la quota contributiva del dipendente è del
Con il nuovo Decreto Lavoro il taglio sarà potenziato diventando del
I dipendenti pubblici vedranno scendere l’aliquota all’1,80% e al 2,80% in base alla retribuzione.
Il taglio scatterà dal mese di luglio e durerà fino a novembre. Rimangono fuori dallo sgravio lo stipendio di dicembre e la tredicesima mensilità erogata l’ultimo mese dell’anno. La bozza del Decreto, in effetti, aggiunge che nessuna conseguenza coinvolgerà la tredicesima. Significa che sui ratei maturati tra luglio e novembre rimarrà lo sgravio del 2 o del 3% come stabilito nella Legge di Bilancio 2023.
Lo sgravio – dal costo di 4,1 miliardi di euro – porterà
Tale risparmio non cadrà unicamente sull’importo netto. Partendo dal minore esborso dei contributi, infatti, anche la base imponibile su cui viene calcolata l’IRPEF aumenterà. Significa che l’imposta sul reddito da versare sarà più alta.
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