Alcune tipologie di pensione potrebbero essere sospese. Cosa c’è alla base della decisione dell’INPS e come intervenire?
L’INPS ha il potere di disporre la sospensione della pensione di invalidità.
Rientrano in tale categoria tutte le prestazioni assistenziali e previdenziali, erogate in favore dei soggetti invalidi.
Ai sensi dell’art. 38 della Costituzione, infatti ,gli inabili al lavoro e coloro che non possiedono i mezzi necessari alla sopravvivenza, hanno diritto a specifici sussidi.
Nonostante la previsione legislativa, in alcuni casi, l’Istituto di previdenza può ordinare il blocco dei pagamenti delle pensioni di invalidità. Tutti i beneficiari, infatti, devono possedere dei requisiti essenziali, in mancanza dei quali non è possibile procedere.
Prima di presentare domanda per una specifica agevolazione economica, dunque, sarebbe opportuno informarsi e conoscere le condizioni per fruirne. Vediamo per quali motivi l’INPS, di solito, sanziona i contribuenti.
Non tutte le prestazioni d’invalidità erogabili sono compatibili e cumulabili tra loro. Di conseguenza, i beneficiari di un sussidio potrebbero non avere diritto a percepire altri tipi di indennità.
È, dunque, preferibile rivolgersi all’INPS o, in alternativa, ad un professionista esperto e capire quale pensione spetta, in base ai requisiti posseduti.
Senza dubbio, la condizione imprescindibile è il riconoscimento dello status di invalido. La mancanza di tale presupposto è la prima causa di sospensione della pensione da parte dell’INPS.
Se gli interessati, infatti, non superano le visite mediche a cui vengono sottoposti, l’INPS non può procedere o continuare con l’erogazione delle prestazioni.
La sospensione, poi, può verificarsi in caso di mancato invio dei dati reddituali richiesti. Se, infatti, il titolare di pensione non inoltra la dichiarazione relativa al reddito percepito, subirà il blocco del pagamento della pensione.
I sussidi d’invalidità possono essere sospesi anche nell’ipotesi in cui l’invalido non si presenti a visita di controllo. In questo caso, la sospensione opera dal primo giorno del mese successivo a quello della visita.
Il percettore, tuttavia, ha 3 mesi di tempo per motivare l’assenza e tentare di sbloccare la prestazione. Se, l’INPS, infatti, considera valide le ragioni addotte dall’invalido, quest’ultimo potrà presentare domanda per effettuare una nuova visita medica.
Nel caso di assenza anche al secondo controllo sanitario, allora l’INPS disporrà la sospensione definitiva della pensione.
L’ultimo motivo di sospensione della pensione di invalidità è il trasferimento all’Estero del titolare della prestazione. Uno dei requisiti per l’erogazione, infatti, è risiedere in Italia.
Dall’esame di tutti i casi appena riportati, possiamo notare come le cause di sospensione delle prestazioni assistenziali sono tutte legate alla mancanza di presupposti imprescindibili o ad un’attività fraudolenta del titolare dei sussidi.
Per evitare di incorrere in tali errori, è sempre opportuno informarsi presso gli Uffici INPS oppure presso un CAF.
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