Il tema “pensioni” è ricco di dettagli e direttive che i cittadini conoscono relativamente. Oggi siamo qui per sciogliere qualche dubbio comune.
I lavoratori prossimi alla pensione hanno molti dubbi sul pensionamento. Quale scivolo possono utilizzare e A quanto ammonterà l’assegno sono due delle domande principali.
Il sistema previdenziale italiano è disciplinato da una rigida normativa che cambia negli anni. Da qui le perplessità dei cittadini che non riescono a stare al passo con i cambiamenti. E un anno c’è Quota 102, l’anno successivo Quota 103. Opzione Donna prima è la misura dedicata a tutte le lavoratrici poi solo ad alcune. Aggiungiamo gli scivoli anticipati come la pensione per precoci rivolta a chi ha versato almeno dodici mesi di contributi prima dei 19 anni. Attenzione, non è l’unico requisito. Occorre appartenere ad una categoria ammessa all’APE Sociale. E cos’è questa misura? Un’indennità che accompagna il lavoratore fino alla pensione di vecchiaia ma che non permette di ottenere più di 1.500 euro al mese.
Insomma, tanti scivoli, molte regole e andare in confusione è piuttosto semplice. Per non parlare del conteggio dell’assegno pensionistico. Cerchiamo di fornire un quadro generale volto a semplificare le notizie da apprendere.
Il primo passo per il lavoratore prossimo al pensionamento è capire quale scivolo poter utilizzare in base all’età anagrafica raggiunta e ai contributi versati negli anni. Alcune misure richiedono una precisa combinazione di entrambi i requisiti – anagrafico e contributivo – mentre altre prevedono solamente la maturazione di determinati anni di contribuzione.
La pensione di vecchiaia consente il pensionamento per tutti i lavoratori a 67 anni di età con venti di contribuzione. Minori anni di contributi sono concessi a chi aspetta i 71 anni per andare in pensione (bastano cinque anni di contribuzione) rientrando completamente nel regime contributivo.
Possono lasciare il lavoro in anticipo i cittadini che hanno maturato 42 anni e dieci mesi di contributi se uomini e 41 anni e dieci mesi se donne. Tale requisito non cambierà fino al 2026.
I precoci possono lasciare il lavoro con 41 anni di contributi avendone versato almeno uno prima dei 19 anni e facendo parte di una categoria dell’APE Sociale ossia
L’APE Sociale permette il pensionamento a 63 anni con 30 anni di contributi o 36 se addetti a mansioni gravose (da non confondere con i lavori usuranti).
Con Opzione Donna possono andare in pensione nel 2023 le caregiver, le invalide al 74% e le disoccupate al compimento dei 60 anni (59 con un figlio e 58 con due figli) e con 35 anni anni di contributi.
Concludiamo con Quota 103, la nuova misura attivata con la Legge di Bilancio del Governo Meloni che potrebbe continuare ad esistere anche nel 2024. Prevede il pensionamento al compimento dei 62 anni di età con 41 anni di contributi.
Per il conteggio dell’assegno pensionistico occorrerà considerare i versamenti contributivi e distinguere tra
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