I soggetti che svolgono lavoro domestico hanno diritto a usufruire delle ferie ogni anno. Vediamo come funzionano e come vengono calcolate.
Il soggetto che svolge lavoro domestico ha diritto a 26 giorni lavorativi di ferie per ogni anno di servizio svolto presso lo stesso datore di lavoro.
La suddetta condizione è indipendentemente dall’orario di lavoro.
Le ferie possono essere distribuite in non più di due periodi all’anno, sempre che siano accordati dal lavoratore e dal suo datore.
Per quanto riguarda la retribuzione per i giorni di ferie corrisponde a 1/26 della retribuzione complessiva effettiva.
Nella casistica in cui il soggetto che svolge lavoro domestico usufruendo anche di vitto e di alloggio, nel periodo di ferie dovrà riscuotere un compenso che include l’indennità di vitto e alloggio.
Il Contratto Nazionale del Lavoro domestico, con l ‘articolo 18, precisa il rapporto tra il soggetto che presta lavoro domestico e le ferie.
Il suddetto articolo stabilisce che a prescindere dalla durata e dalla ripartizione dell’orario lavorativo, per ogni anno di servizio prestato presso lo stresso datore di lavoro, il lavoratore ha diritto a un periodo di ferie pari a 26 giorni lavorativi.
Il periodo dipende dal datore di lavoro considerando però anche i bisogni del suo collaboratore familiare:
• tra giugno e settembre,
• da suddividersi in non più di due periodi dell’anno.
In caso in cui il lavoratore non gode delle ferie non è prevista la sostituzione da relative indennità. Tale condizione è stabilita visto che si tratta di un diritto al quale il lavoratore non può rinunciarsi.
Le ferie non godute, quindi, possono essere pagate solo nella casistica di cessazione del rapporto lavorativo.
Il contratto di assunzione deve indicare:
Oltre, ai requisiti sopraindicati è necessario specificare anche il periodo di fruizione delle ferie annuali e l’ipotetica trasferta al seguito della famiglia.
Il Contratto Collettivo Nazionale del lavoro domestico, con l’articolo 32, chiarisce la situazione in cui il lavoratore domestico deve seguire la famiglia nel luogo di villeggiatura.
La suddetta situazione può capitare quando il lavoratore domestico a tempo pieno a causa delle esigenze lavorative del suo datore di lavoro è obbligata a occuparsi della famiglia o la persona da assistere durante la vacanza.
Nella situazione appena esposta, il datore di lavoro è tenuto a dare:
La settimana lavorativa, a prescindere da come viene ripartito l’orario di lavoro, ai fini del calcolo delle ferie deve essere considerata di sei giorni lavorativi, cioè dal lunedì ala sabato.
Il lavoratore ha diritto per ogni giornata a un compenso uguale a 1/26 della retribuzione totale effettiva mensile.
Nei 26 giorni non devono essere considerate le domeniche e i giorni festivi infrasettimanali che fanno parte del periodo in considerazione.
I 26 giorni di ferie che spettano devono essere:
Il lavoratore domestico deve essere pagato anche durante le ferie come se stesse lavorando.
Il corrispettivo deve essere calcolato sulla base all’ordinario stipendio mensile.
Per ottenere il valore che deve essere pagato per un mese di ferie bisogna fare la seguente operazione:
ore lavorate in una settimana x 52 settimane dell’anno
Il risultato deve essere diviso per dodici mesi, è corrisponde all’importo da erogare al collaboratore.
In caso in cui il lavoratore domestico sia convivente, bisogna aggiungere il valore della retribuzione del vitto e alloggio allo stipendio base.
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