L’auto di un disabile può essere sottoposta a fermo amministrativo? Cosa stabilisce, al riguardo, la Legge 104?
Il fermo amministrativo è una misura cautelare che può essere inflitta dall’Agenzia delle Entrate o dalle società private di riscossione dei tributi.
Noto anche come “ganasce fiscali”, si può iscrivere unicamente sulla vettura del soggetto che non ha pagato, entro 60 giorni, l’importo della cartella esattoriale.
Nella maggior parte dei casi, il fermo amministrativo scaturisce da debiti di importi esigui, come multe stradali e bollo auto. Quando, infatti, il debitore non paga le cartelle esattoriali che gli sono state notificate dall’Agente di Riscossione, riceve l’avviso che ordina di adempiere, per evitare il fermo amministrativo dell’auto di proprietà.
Tale principio vale anche per le automobili intestate ai disabili? Analizziamo la normativa e scopriamolo.
Il fermo amministrativo comporta il divieto di circolazione dell’auto. L’obiettivo della misura è quello di evitare che il veicolo possa rovinarsi in attesa che venga sottoposto a pignoramento mobiliare. In realtà, in molti casi, si rivela un mezzo sufficiente per indurre il debitore a saldare. Di conseguenza, è raro che dopo il fermo si proceda alla vendita all’asta del bene.
La procedura di fermo amministrativo si avvia con la notifica della cartella esattoriale; se, dopo 60 giorni, il destinatario non ha provveduto con il pagamento o con la richiesta di dilazione, si procede con la misura.
Trenta giorni prima del fermo, l’Agenzia delle Entrate invia al debitore un preavviso, con il quale comunica la futura iscrizione della misura cautelare. Per impedire l’iscrizione, tuttavia, l’interessato può richiedere la rateizzazione oppure dimostrare che il veicolo è necessario per svolgere un’attività professionale o imprenditoriale.
È bene specificare che, a differenza dell’ipoteca che ha durata ventennale, il fermo non è soggetto a scadenza; dura, quindi, fino alla completa estinzione del debito.
Per la rateizzazione e la conseguente sospensione della misura cautelare, bisogna versare la prima rata e inviare la relativa ricevuta all’Ente di Riscossione, il quale emette una quietanza per il PRA. La cancellazione completa del fermo amministrativo può avvenire solo dopo il pagamento dell’ultima rata.
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Un Lettore ha inviato il seguente quesito:
“Buongiorno, ho la 104, art.3, comma 1. Nello stato di famiglia sono solo e possiedo un’automobile intestata a me. Possono mettere il fermo amministrativo per tasse non pagate? Grazie.”
La questione sollevata dal nostro Lettore è molto interessante, perché pone l’accento su un tema molto dibattuto. È possibile sottoporre a fermo amministrativo l’automobile di un soggetto disabile? Per rispondere a tale quesito, bisogna distinguere tra due differenti situazioni.
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Segnaliamo al Lettore che, purtroppo, non esiste una norma che disciplina l’ipotesi descritta. Per la giurisprudenza, tuttavia, il fermo amministrativo sull’automobile di un disabile (o di un suo familiare) è illegittimo.
Tale principio lo si ricava, in via interpretativa, dalla legge che vieta il blocco delle vetture destinate a servizi di polizia (anche privati), dei Vigili del Fuoco, di ambulanze, di soccorso, dei mezzi dei medici in servizio e degli invalidi, se, però, muniti di specifico contrassegno.
Di conseguenza, per i giudici, se l’automobile di un soggetto disabile è adibita al trasporto dello stesso, è equiparata ai mezzi di soccorso.
Per completezza, specifichiamo al nostro gentile Lettore che l’Agenzia delle Entrate non condivide tale impostazione. Più volte, infatti, ha sottoposto a fermo amministrativo le vetture di persone non autosufficienti. Nel caso in cui riceva la misura cautelare, quindi, l’interessato dovrà necessariamente rivolgersi al giudice e proporre ricorso.
Per quanto riguarda il pignoramento dell’auto, infine, né la legge né la giurisprudenza assicurano garanzie per le persone disabili.
Di conseguenza, nulla vieta che anche le vetture dei portatori di handicap possano essere sottoposte a procedura esecutiva e, dunque, messe all’asta per soddisfare le pretese creditorie.
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