La Legge di Bilancio 2017 ha introdotto la pensione per i precoci rivolta a chi ha maturato un anno di contribuzione prima del compimento dei 19 anni.
I lavoratori che hanno iniziato a versare contributi molto presto – prima dei 19 anni – possono lasciare il lavoro anticipatamente.
La pensione di vecchiaia si raggiunge a 67 anni di età avendo maturato un numero di contributi non elevato, 20 anni. Il requisito contributivo, dunque, è accessibile alla stragrande maggioranza dei lavoratori ma il requisito anagrafico è più limitante. Impone che si lavori fino ad un’età avanzata, non facile da raggiungere soprattutto per chi svolge attività faticose sia da punto di vista fisico che mentale. Tanti cittadini, di conseguenza, desiderano lasciare il lavoro molto prima del compimento dei 67 anni.
L’obiettivo è realizzabile soddisfacendo i requisiti di accesso ad uno degli scivoli di pensionamento anticipato previsti dall’ordinamento italiano. Parliamo di Opzione Donna per lavoratrici – 60 anni (o 58 oppure 59) di età e 35 anni di contributi, della pensione anticipata ordinaria (41 anni e dieci mesi di contributi se donne e 42 anni e dieci mesi se uomini), di Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi). Poi c’è la pensione per precoci che si rivolge ad una platea molto ristretta.
Per poter lasciare il lavoro con la pensione per precoci occorrerà
Uscendo con questo scivolo non si subiranno penalizzazioni sull’assegno ma si dovrà considerare la finestra mobile di tre mesi per la decorrenza del trattamento pensionistico con differenze per chi soddisferà i requisiti usando il cumulo dei periodi assicurativi.
Perfezionando le condizioni dal 1° gennaio la decorrenza scatterà dopo tre mesi. I lavoratori che le perfezioneranno grazie ai periodi assicurativi, conseguiranno la pensione dal primo giorno del mese successivo all’apertura della finestra. Da sottolineare, poi, come i precoci possano anche approfittare dell’esonero dall’adeguamento della speranza di vita (in stand by fino al 2026 come la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata ordinaria).
Condizione necessaria per lasciare il lavoro con la pensione per precoci è aver versato almeno dodici mesi di contributi per lavoro effettivo svolto prima dello spegnimento delle 19 candeline. Destinatari dello scivolo sono
a condizione che abbiano maturato al 31 dicembre 1995 almeno 12 mesi di contribuzione per periodi di lavoro effettivo entro i 19 anni.
La normativa per contribuzione per periodi di lavoro effettivo intende unicamente la contribuzione obbligatoria versata per periodi di prestazione effettiva di lavoro. Potrà essere espressa in mesi, settimane oppure giornate con riferimento all’anzianità contributiva utile per la maturazione del diritto rispettando le discipline attive presso le diverse forme assicurative previdenziali.
Nel conteggio possono essere inclusi
Non rientrano nelle contribuzione effettiva i periodi
Ai fine del riconoscimento della pensione per precoci, invece, l’INPS concede l’accredito dei contributi per prestazione di lavoro effettiva in altri Fondi pensionistici obbligatori diversi dal Fondo in cui viene liquidato il trattamento anticipato. Significa che il lavoratore può, ad esempio, conteggiare sei mesi di lavoro dipendente e sei mesi di lavoro autonomo per raggiungere i dodici mesi necessari per il pensionamento. O ancora, sono validi dodici mesi di lavoro autonomo svolto prima dei 19 anni.
Il trattamento anticipato si raggiunge maturando 41 anni di contributi (anche con facoltà di cumulo come già detto). L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, però, aggiunge un’altra puntualizzazione da conoscere.
Nei casi della liquidazione della pensione anticipata, per raggiungere il requisito è possibile valutare la contribuzione a qualsiasi titolo versata oppure accreditata all’assicurato. Condizione necessaria rimane il contestuale perfezionamento del requisito dei 35 anni di contributi utili per il raggiungimento del trattamento di anzianità.
È possibile, dunque, valorizzare tutti i periodi contributivi accreditati – volontari, figurativi, obbligatori, da riscatto – per un limite minimo di 35 anni di versamenti. Si esclude la contribuzione per malattia e disoccupazione indennizzata.
Una volta riconosciuto il diritto, il lavoratore potrà inoltrare domanda di pensionamento utilizzando i canali ufficiali dell’INPS. Le alternative sono
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