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Cosa accade al nostro cervello in preda alle droghe? Una nuova ricerca cambia tutto

Published by
Carmelo Giuffre

Una nuova ricerca scientifica, appena pubblicata, ha cercato di analizzare come funziona il nostro cervello nel momento in cui assumiamo una droga psichedelica molto potente. 

Un paio di settimane fa, ha fatto parecchio scalpore l’analisi condotta su un cuoio capelluto vecchio di tremila anni. Uno studio che ha permesso di accertare come il proprietario di quei frammenti di capelli analizzati, facesse un uso abituale di droghe psicotrope da almeno un anno prima della morte. 

Adobe Stock

L’ennesima prova di come il rapporto tra le droghe e l’essere umano sia iniziato dall’alba dei tempi. Le droghe psicotrope e allucinogene in particolare, come ad esempio l’LSD, sono state da sempre utilizzate da stregoni e sciamani, durante i rituali religiosi, nella convinzione che queste sostanze sia realmente in grado di aprire una frontiera della percezione agli esseri umani. 

Come cambia il cervello quando assumiamo droghe allucinogene? Cosa hanno scoperto i ricercatori

E adesso, è uscito un nuovo studio scientifico, pubblicato sulla rivista PNAS, che si è occupato di analizzare e scandagliare le interazione che incorrono nel nostro cervello quando assumiamo una delle droghe allucinogene più potenti che esistano, la DMT, dimetiltriptamina.

Non si tratta di uno psichedelico qualunque, ma invece di una delle sostanze più utilizzate nei millenni per i rituali religiosi, e che infatti, è anche un componente fondamentale della celebre ayahuasca, la bevanda psichedelica degli antichi sacerdoti. La Prima cosa da sapere è che, a differenze di tante altre droghe, l’effetto della DMT dura nel nostro corpo soltanto qualche minuto. Il tipo di distorsione percettiva che però la sua assunzione induce nella persona, modifica in modo forte la sua percezione temporale.

È questo significa che alcuni minuti sotto l’influenza del DMT, alla persona che ha assunto questa droga, possono anche sembrare ore. E questo rende bene l’idea di quanto sia potente questa droga e dell’effetto che ha sul nostro cervello. 

Cosa è stato richiesto ai venti partecipanti al trial clinico

Nel condurre la loro ricerca, gli scienziati dell’Imperial College di Londra hanno, come prima cosa, scansionato il cervello di venti volontari, analizzandolo dopo che assunto DMT. In particolar, i partecipanti, subito dopo aver ingerito la droga, hanno visto il loro cervello scansionato prima per una risonanza magnetica funzionale, e in seguito da un elettroencefalogramma.

In tutto, l’esperienza allucinogena osservata nei volontari, è durata una ventina di minuti. Ai partecipanti è stato inoltre anche chiesto di compilare subito dopo una scheda, in cui, in una scala da 1 a 10, stabilivano l’intensità della loro esperienza. La prima cosa che è saltata agli occhi dei ricercatori durante queste scansioni,  è stata una maggiore comunicazione tra le varie aree del nostro cervello.

Quando assumiamo droghe come la DMT, il nostro cervello inizia a funzionare in modo “anarchico”

In particolare ad essere sovra stimolate dal DMT sono state le aree del cervello deputate alle facoltà creative e immaginative dell’essere umano. un aspetto non da poco, che dimostra fin dove la nostra percezione viene cambiata da questa droga. Come ha spiegato Chris Timmerman, responsabile di questo nuovo studio: “Quello che abbiamo visto con la Dmt è che l’attività in aree e sistemi del cervello altamente evoluti, che codificano modelli particolarmente di alto livello, diventa altamente disregolata sotto effetto della droga e questo si riferisce all’intenso ‘viaggio’ della droga stessa”. Dello stesso avviso anche Robin Carhart Harris, professore all’Imperial College, anch’egli all’interno di questa squadra di ricerca: “i nostri risultati hanno rivelato che quando un volontario era in Dmt c’era una marcata disregolazione di alcuni dei ritmi cerebrali, che normalmente sarebbero dominanti. Il cervello ha cambiato il suo modo di funzionare in qualcosa di completamente più anarchico”.

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