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Economia

Modello 730, il pericolo dietro l’angolo se non stai attento a questo, la mazzata che rischi dal Fisco

Published by
Valentina Trogu

Dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi il Fisco potrebbe avere necessità di risalire alla documentazione fornita dal cittadino.

Ci sono documenti che il contribuente deve conservare per un determinato numero di anni anche dopo l’invio del modello 730.

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Dal 30 aprile 2023 l’INPS metterà a disposizione dei contribuenti il modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi. Il documento si troverà nel fascicolo previdenziale a cui sia accede entrando nel portale dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale tramite credenziali digitali – SPID, Carta di Identità Elettronica e Carta Nazionale dei Servizi. Il cittadino potrà, così, verificare le informazioni inserite e inviare la dichiarazione. Qualora alcuni dati risultassero errati o mancanti, invece, dovrebbe correggerli o aggiungerli prima della presentazione.

In alternativa, il contribuente può procedere con la compilazione da zero del modello 730 ordinario in autonomia dal sito INPS oppure lasciandosi aiutare dai CAF e patronati. Consigliamo – per chi non lo avesse già fatto – di prenotare subito un appuntamento al Centro di Assistenza di riferimento. A breve, infatti, ci sarà la corsa alla compilazione per poter ottenere l’eventuale rimborso già a partire dal mese di luglio.

Qualunque sia la modalità di presentazione scelta, occorrerà avere a portata di mano una lunga lista di documenti. Non solo, dovrà essere cura dell’interessato conservare la documentazione inviata relativa ai redditi percepiti e alle spese sostenute.

Dichiarazione dei redditi, la documentazione necessaria

Entro il 2 ottobre (solitamente il 30 settembre ma nel 2023 cade di sabato) i contribuenti dovranno presentare la dichiarazione dei redditi in modalità telematica. L’invio cartaceo, invece, ha come termine ultimo il 30 giugno 2023. 

I documenti di cui essere in possesso per la corretta compilazione sono

  • il codice fiscale del dichiarante, del coniuge e di tutti i familiari a carico,
  • la dichiarazione dei redditi dell’anno precedente (2022 per l’anno 2023),
  • la carta di identità del dichiarante e del coniuge,
  • i dati che permettono l’identificazione del datore di lavoro o del sostituto d’imposta,
  • la Certificazione Unica,
  • i bollettini postali o il modello F24 attestanti il versamento di eventuali acconti oppure dei contributi previdenziali e assistenziali,
  • le certificazioni dei redditi di capitale nonché le plusvalenze realizzate,
  • la tessera sanitaria attestante patologie che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria pubblica,
  • le visure catastali e gli atti di acquisto, di vendita o donazione riguardanti terreni e fabbricati,
  • l’indirizzo di posta elettronica e un numero di telefono fisso o mobile.

I documenti da conservare inerenti il lavoro

La dichiarazione dei redditi comporta il conteggio di un credito o debito nel confronti del Fisco. Quando ci sono di mezzo i soldi, l’Agenzia delle Entrate procederà con le dovute verifiche al pari dell’INPS. Potrebbe rendersi necessario dover richiedere al contribuente chiarimenti o documenti attestanti quanto riportato nel modello 730. Ecco perché è fondamentale conservare i documenti riguardanti i lavori svolti nel corso dell’anno precedente all’inoltro del 730 e i redditi percepiti. Il riferimento è

  • alla Certificazione Unica in cui sono riportare le indicazioni sul lavoro dipendente,
  • al documento attestante il contratto di lavoro in essere in cui sono presenti i dati del datore di lavoro e i redditi percepiti nel 2022 o le pensioni percepite nel 2022,
  • ai documenti sanitari attestanti la presenza di patologie che danno diritto ad un sostegno nella sanità pubblica.

Tutta la documentazione elencata dovrà essere conservata. Non solo quella riferita al dichiarante ma anche ai familiari a carico conviventi.

La documentazione su immobili, fabbricati e terreni

Il contribuente dovrà conservare anche i documenti contenenti le informazioni su proprietà immobiliari, fabbricati, terreni, proprietà fondiarie. Si dovrà essere in possesso delle visure catastali e comunicare tempestivamente eventuali modifiche avendo come riferimento l’atto del notaio riportante dati sulle proprietà ereditate, acquistate o sulle quali si ha un diritto.

Nell’ambito immobiliare, occorrerà presentare anche le informazioni sui contratti di locazione per immobili di proprietà. Bisogna, dunque, conservare copia del contratto di locazione.

Altri redditi da indicare in dichiarazione

Tra la documentazione da conservare segnaliamo i dati riguardanti altri redditi percepiti nel corso dell’anno precedente (oltre a quelli da lavoro dipendente). Parliamo

  • della CU attestante integrazioni salariali, la disoccupazione, compensi per un lavoro a collaborazione coordinata e continuativa,
  • delle pensioni percepite all’estero,
  • degli assegni periodici al coniuge separato o divorziato,
  • degli utili di società,
  • delle indennità di varia tipologia,
  • dei redditi derivanti da attività autonome senza partita IVA,
  • delle borse di studio,
  • dei compensi per attività sportive,
  • delle plusvalenze legate a partecipazioni societarie.

Le spese da dichiarare e conservare

Risulta fondamentale conservare gli scontrini e le fatture attestanti la spesa per servizi e prodotti che danno diritto alla detrazione e alla deduzione fiscale. Ricordiamo che la maggior parte delle spese possono essere scaricate solo se effettuate con mezzi di pagamento tracciabili. 

Devono essere conservate le fatture delle spese

  • sanitarie (visite mediche, interventi chirurgici, acquisto di farmaci, assistenza riabilitativa…),
  • per l’acquisto di un immobile (se prima casa),
  • dei premi assicurativi,
  • di ristrutturazione,
  • per il pagamento dell’asilo nido dei figli e scolastiche in generale (compresi i conservatori di musica),
  • funebri,
  • veterinarie,
  • universitarie per studenti fuori sede, incluso l’affitto,
  • per l’iscrizione dei figli ad associazioni sportive,
  • per le erogazioni liberali.

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