Prestate la massima attenzione quando date i soldi ai figli, in quanto in questo caso si pagano le tasse e il rischio sanzioni è dietro l’angolo.
Dare dei soldi ai propri figli è ovviamente possibile. Tuttavia è bene prestare la massima attenzione in quanto in determinati casi si rischia di dover fare i conti con spiacevoli sorprese. Ma di quali si tratta? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Diventare genitori è senz’ombra di dubbio l’esperienza più bella della vita. È sufficiente un sorriso dei propri figli, in effetti, per riuscire a rallegrare le nostre giornate. Oltre al legame affettivo, però, non si può fare a meno di dover fare i conti anche con alcuni aspetti di carattere pratico, come ad esempio le spese da dover sostenere per la loro istruzione, alimentazione e tempo libero.
Anche una volta diventati adulti, però, la situazione può non cambiare. In caso di difficoltà economica, infatti, è molto probabile che un padre decida di dare dei soldi al proprio figlio, pur di permettergli di affrontare al meglio la situazione. Un gesto incondizionato e pieno di amore, che può però, in determinati casi, attirare l’attenzione del Fisco. Ecco cosa c’è da sapere.
Complice l’aumento generale dei prezzi, sono tante le persone che riscontrano delle serie difficoltà nel riuscire ad arrivare alla fine del mese. In un contesto complicato come quello attuale, pertanto, non stupisce che un genitore decida di aiutare un figlio in difficoltà, magari donando una certa somma di denaro.
Un gesto di per sé semplice e fatto con il cuore, che non bisogna però sottovalutare. Questo onde evitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti. A tal proposito, pertanto, è bene sapere che ogniqualvolta i genitori decidono di dare del denaro ai figli non devono pagare alcuna tassa. I figli, invece, devono provvedere a pagare, in determinati casi, le tasse sui soldi percepiti.
La somma ottenuta, infatti, fa cumulo con i propri redditi e devono essere dichiarati al Fisco grazie alla dichiarazione dei redditi. Questo, però, ha luogo solo se si tratta di somme di denaro particolarmente consistenti. Se di importo modesto non comporta alcuna tassazione. Vi è però un problema, la legge non stabilisce quale importo viene considerato alto o basso.
Le tasse da pagare, a loro volta, risulteranno differenti da un contribuente all’altro in base al totale dei redditi percepiti e dichiarati. Soffermandosi sulla donazione di denaro da parte del genitore, comunque, è bene sapere che nel caso in cui superi il milione di euro viene applicata un’imposta con aliquota pari al 4% per la parte della donazione eccedente la franchigia di 1 milione di euro.
Per legge, è bene sapere, non vi è una soglia di denaro massima che può essere donata. Ne consegue che la donazione in sé di denaro ad un figlio non è sanzionabile. Tuttavia, se non si fornisce una giustificazione ad hoc alla transizione, si rischia di finire sotto la lente di ingrandimento del Fisco.
Questo perché l’Agenzia delle Entrate potrebbe pensare che si tratti di un movimento di denaro volto ad evadere. Per questo motivo, onde evitare possibili inconvenienti, è sempre opportuno utilizzare strumenti tracciabili e indicare la causale. Nel caso di soldi dati dai genitori ai figli, ad esempio, è possibile utilizzare una delle seguenti formule: “regalo soldi a favore di mio figlio”, oppure “regalie” o “donazione”. In alternativa è possibile scrivere anche “contributo a mio figlio per l’acquisto di …“.
Bisogna inoltre specificare nome e cognome del destinatario oltre che l’oggetto dell’acquisto. Delle semplici formule che permettono di giustificare il passaggio di denaro ed evitare eventuali sanzioni in seguito a dei controlli del Fisco.
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