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Economia

Bonus compostaggio: da quando si potrà accedere al credito d’imposta?

Published by
Floriana Vitiello

Tra i tanti benefici accessibili nel 2023 c’è anche il bonus compostaggio. A breve sarà possibile accedere al credito d’imposta.

In base a quanto comunicato dall’Agenzia delle entrate, è possibile usufruire di crediti di imposta per l’installazione di impianti di compostaggio.

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Per ottenere il bonus è necessario inviare un’apposita domanda sfruttando la finestra che va dal 1 aprile al 31 maggio 2023. Il beneficio farà riferimento alle spese sostenute nel 2022.

Successivamente sarà possibile usufruire del credito d’imposta anche nel 2024, presentando domanda dal 22 aprile al 31 maggio del suddetto anno. In questo caso, il beneficio riguarda le spese sostenute nel 2023.

Ma in cosa consiste il bonus compostaggio? Quali sono i requisiti necessari per accedervi?

Bonus compostaggio: di cosa si tratta?

In base a quanto stabilito dalla Legge di bilancio 2023, nel corso del nuovo anno sarà possibile accedere ad un credito d’imposta per le spese documentate relative all‘installazione e al funzionamento di impianti di compostaggio. I suddetti impianti devono essere situati presso centri agroalimentari ubicati nelle regioni del sud Italia.

Di recente, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le regole da rispettare per accedere al credito d’imposta. In particolare, nel Provvedimento numero 84261 del 21 marzo sono indicate le istruzioni da seguire per accedere al bonus.

In ogni caso, il credito d’imposta relativo all’installazione di impianti di compostaggio potrà essere fruito solo per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022.

Per accedere a questa opportunità, è necessario che l’impianto sia presente nei centri agroalimentari di regioni come Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.

Per accedere all’agevolazione è necessario che la richiesta pervenga dal gestore del Centro Agroalimentare. Inoltre occorre che l’impianto di compostaggio sia in grado di compostare almeno il 70% dei rifiuti organici prodotti dallo stesso centro.

Tutte le caratteristiche dell’agevolazione

Il bonus compostaggio 2023 sarà erogato sotto forma di credito d’imposta pari al 70% del valore della spesa documentata. È opportuno che la spesa per l’installazione e la messa in funzione dell’impianto sia stata sostenuta entro e non oltre il 31 dicembre 2022.

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un provvedimento (numero 989, datato 14 marzo 2022) in cui ha definito le modalità di applicazione e di fruizione del credito d’imposta. Inoltre, nello stesso provvedimento sono stati approvati anche i modelli di comunicazione delle spese con tutte le relative istruzioni da seguire.

Ad ogni modo, per beneficiare del credito d’imposta per gli impianti di compostaggio è necessario che il soggetto interessato invii un’apposita comunicazione relativa alle spese sostenute. Tale comunicazione deve avvenire nella finestra temporale che va dal 20 aprile al 31 maggio 2023.

Mentre, in vista del prossimo anno, si sa già che ci sarà una finestra temporale per inviare la suddetta comunicazione con riferimento alle spese sostenute nel 2023.

Per ora non si sa ancora qual è il credito di imposta effettivamente fruibile. Di fatto, l’Agenzia delle entrate sta attendendo che venga determinata la quota percentuale in base alle comunicazioni di spesa inviate dai soggetti interessati.

Successivamente, l’Agenzia delle Entrate pubblicherà un provvedimento in cui comunicherà la percentuale di credito d’imposta fruibile.

Cos’è un impianto di compostaggio?

Un impianto di compostaggio ha lo scopo di compostare il rifiuto organico derivante dalla raccolta differenziata delle cucine, raccolto negli appositi sacchetti. I processi di compostaggio ormai sono tutti automatizzati, ma partono da concetti piuttosto semplici.

Dopotutto il compostaggio è una tecnica che replica ciò che avviene in natura, velocizzando il processo di deterioramento. Dunque, in un impianto di compostaggio il rifiuto organico è avviato ad un processo di ossidazione, che dura mediamente 36 giorni.

Successivamente, il materiale ottenuto viene vagliato per poi essere sottoposto nuovamente ad un processo di ossidazione, per altre tre settimane. Dopo circa 57/58 giorni, si ottiene un prodotto di qualità che può essere utilizzato come fertilizzante nelle aziende agroalimentari, spesso rispettando anche le normative relative alla agricoltura biologica.

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