Pagare in contanti non è sempre la soluzione ideale. Ci sono delle situazioni in cui si dovrebbe saldare il proprio debito con la carta di credito. Ecco quali sono.
I tempi sono cambiati e la maggior parte degli italiani non ha più quell’attaccamento morboso al denaro contante come qualche anno fa. Per diversi anni, l’Italia è stata il fanalino di coda in tutta Europa per quanto riguarda l’uso degli strumenti elettronici. Le cose sono cambiate durante e dopo la pandemia, dato che la distanza sociale ha imposto anche i pagamenti digitali.
L’impiego di bancomat, carte di credito e bonifici è balzato oltre il 30% in più dei pagamenti totali, agevolati anche dalla tecnologia contactless, molto più rapida. Tuttavia, pagare in contanti rimanere lo strumento principale per i cittadini che devono fare le varie transazioni con limite di 5.000 euro dallo scorso 1° gennaio 2023.
È bene specificare che la legge, in alcuni casi, vieta o disincentiva l’uso dei contanti e quindi spinge le persone a pagare con le carte di credito. Andiamo a vedere quali sono i 10 pagamenti da fare mai in contanti, nonostante in molti sono spinti a farli.
Pagare con gli strumenti elettronici è sempre l’ideale, perché rendono le transazioni tracciabili. A volte però è più comodo scegliere l’opzione contanti, ma non sempre è la soluzione ideale. Andiamo a vedere quanto è meglio non fare pagamenti in contanti.
In questo caso non si parla di opportunità, ma di un divieto di legge chiaro. La normativa sull’antiriciclaggio vieta gli scambi di denaro in contanti a qualsiasi titolo effettuati: vendite, prestiti, donazioni ecc. La violazione di tale obbligo implica un’ammenda amministrativa a carico di entrambe le parti che va da 2mila ai 50mial euro. Dal decreto sono esclusi solo i versamenti e i prelievi dal conto corrente. È vietato anche frazionare il pagamento in piccole rate solo per infrangere la normativa.
Non è consigliato nemmeno pagare in contanti per le spese mediche, le quali prevedono una detrazione del 19%. Questa detrazione è collegata al pagamento elettronico e quindi, per essere scaricate, le spese devono essere fatte solo tramite transazioni elettroniche e non in contanti. L’uso del denaro contante per le spese mediche rimane possibile per l’acquisto di farmaci nelle farmacie, le visite mediche ed esami, i dispositivi medici come occhiali e protesi.
Non c’è l’obbligo di pagare i lavoratori domestici con un mezzi elettronici, ma è consigliato farlo per lasciare una traccia. Nel caso in cui vengono pagati in contanti, il lavoratore, dopo la fine della prestazione, potrebbe chiedere fino a cinque anni tutti gli arretramenti che non sono dimostrabili.
Sono previste delle detrazioni fiscali per i lavori in casa come ristrutturazioni. In questi casi è importante fare un bonifico parlante, in pratica accompagnato da una causale specifica. Nel caso in cui si decide il pagamento contante, si perdono tutte le agevolazioni perché non vi è la tracciabilità.
Anche comprare gli elettrodomestici e gli arredi per la casa si possono ottenere le detrazioni fiscali con il bonus mobili. Parliamo di oggetti come armadi, letti, librerie, tavoli, sedie, lampade, credenze, poltrone, divani, lampade da terra, materassi, scrivanie ed elettrodomestici di classe energetica A+ e A che riducono i consumi. In questi casi basta un bonifico normale.
È sconsigliato il pagamento in contanti anche per tutte quelle spese in cui sono previste le detrazioni fiscali. In tutti questi casi è opportuno pagare attraverso degli strumenti elettronici tracciabili e chiedere di avere la ricevuta. Parliamo di spese per la palestra, per l’asilo dei bambini o per gli animali da compagnia.
Ogni volta che si fa un prestito, anche in famiglia, è sempre opportuno usare il bonifico così da avere prova della transazione. Nella causale è bene indicare “prestito fruttifero”, così da tutelarsi per quanto riguarda la restituzione del denaro, dove il creditore può provare di ricevere indietro il denaro dal debitore. Tra l’altro, nel caso in cui c’è quietanza o un contratto, il documento consente di agire inviando un decreto ingiuntivo.
Nelle spese in cui è necessaria la prova d’acquisto, anche se non è obbligatorio, è consigliabile non pagare in contanti ma usare uno strumento elettronico. Si tratta soprattutto in quei casi un oggetto è in garanzia e deve essere riparato per guasto. In questi casi, se si dovesse perdere la fattura o lo scontrino, la transazione elettronica può fungere da prova di acquisto.
La rata dell’affitto di una casa può essere data anche in contanti, ma per dimostrata di averla fatta è consigliato usare gli strumenti elettronici, in quanto è una prova dell’adempimento. In tutti i casi, anche quando si paga tramite un bonifico bancario o postale, il padrone di casa ha l’obbligo ci rilasciare la quietanza se questa viene richieta dall’inquilino.
Anche per quanto riguarda i pagamenti condominiali, il consiglio è quello di usare gli strumenti tracciabili così da provare che i versamenti sono stati fatti. Un ottimo modo per evitare ingiunzioni di pagamento. È anche un’opportunità per evitare di conservare tutte le ricevute che vengono rilasciate dall’amministratore dopo il pagamento.
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