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Economia

Lascia il lavoro a 62 anni, scopri come andare in pensione anticipata

Published by
Floriana Vitiello

Nel 2023, sono disponibili diverse opzioni di pensione a 62 anni. Ci sono 3 diverse vie d’uscita anticipata dal mondo del lavoro.

In Italia, si può andare in pensione a 67 anni d’età dopo aver maturato almeno 20 anni di anzianità contributiva. Tuttavia, sono disponibili tre diverse opzioni di pensionamento che permettono di anticipare la suddetta soglia anagrafica di 5 anni.

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Per andare in pensione a 62 anni, nel 2023, è possibile usare tre diverse vie d’uscita anticipata dal lavoro: Opzione donna, Quota 103 e Quota 41.

Scopriamo quali sono i requisiti necessari per accedere alle suddette misure di pensionamento anticipato e a chi si rivolgono.

Pensione a 62 anni? La soluzione può essere Opzione Donna

La forma di pensionamento anticipato conosciuta con il nome di Opzione donna è indirizzata alle lavoratrici che sono in possesso di specifici requisiti anagrafici, contributivi e non solo.

Ad ogni modo, la misura è stata rinnovata anche per il 2023 seppure introducendo delle novità.

Opzione Donna 2023 permette alle lavoratrici sia del settore pubblico che del settore privato di ritirarsi dal lavoro a 60 anni con 35 anni di anzianità contributiva. Tuttavia, l’opportunità non è indirizzata in favore di tutte le lavoratrici, ma solo di quelle che appartengono a queste tre categorie:

  • caregiver da almeno 6 mesi di un parente di primo grado aggetto da handicap grave;
  • invalido civile con almeno il 74% di invalidità accertata;
  • dipendente licenziata o occupata in un’azienda con tavolo di crisi aperto presso il Ministero del Lavoro.

La particolarità di Opzione Donna 2023 è legata al vantaggio indirizzato in favore delle madri lavoratrici. Di fatto, a partire dal nuovo anno, le donne che sono in possesso dei requisiti per accedere a Opzione donna possono anticipare ulteriormente il ritiro dal lavoro in presenza di uno o più figli. Nello specifico, per i le lavoratrici con un figlio è possibile anticipare l’uscita di un anno (59 anziché 60 anni), mentre da due figli in poi lo sconto anagrafico è di 2 anni (58 anni).

Quota 103: pensione anticipata a 62 anni

Con la misura di pensionamento anticipato conosciuto con il nome di Quota 103, i lavoratori possono ritirarsi dal lavoro a 62 anni d’età e 41 anni di versamenti contributivi.

I requisiti di accesso alla misura devono maturare entro e non oltre il 31 dicembre 2023. Inoltre, i lavoratori del settore privato possono inviare la domanda solo dopo 3 mesi dalla maturazione dei requisiti previsti, mentre i dipendenti delle amministrazioni pubbliche devono attendere almeno 6 mesi.

In ogni caso, il pensionato non potrà percepire un reddito da lavoro durante il lasso di tempo che intercorre dall’accesso a Quota 103 e il raggiungimento del requisito anagrafico di pensionamento di vecchiaia ordinario. Fatte eccezione per il reddito conseguito per lo svolgimento di lavoro autonomo occasionale entro il limite lordo annuo di 5 mila euro.

Chi beneficia di Quota 103, però, deve ricordare il limite relativo all’importo dell’assegno riconosciuto è fissato a 5 volte il minimo. Quindi con Quota 103 non si può percepire un assegno mensile superiore a 2.840 euro al mese, fino a quando il pensionato non avrà raggiunto i 67 anni d’età.

Di conseguenza, chi avrebbe la possibilità di ricevere un importo più alto, finisce per essere inevitabilmente penalizzato dal suddetto limite.

Quota 41 per lavoratori precoci

Infine, i lavoratori, nel 2023, possono accedere a Quota 41. Questa forma di pensionamento anticipato si rivolge ai lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno a lavorare da giovani e hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento del 19esimo anno d’età. Inoltre, per fruire di Quota 41 occorre aver versato 41 anni di contributi. In pratica, questa misura anticipata non prevede un requisito anagrafico: è possibile accedervi anche prima dei 62 anni.

Tuttavia, oltre ad essere un lavoratore precoce, è necessario appartenere ad una delle seguenti categorie:

  • disoccupato;
  • invalido civile con percentuale superiore al 74%;
  • essere caregiver;
  • lavoratore che svolge mansioni gravose e/o usuranti.

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