Con la Legge di bilancio 2020 è stata introdotta una novità nel calcolo dell’IRPEF. Scopriamo cosa succede ai redditi tra 15 e 28 mila euro.
Il sistema fiscale italiano viene periodicamente aggiornato, in relazione alla situazione economica corrente e al contesto sociale. L’ultima novità in materia fiscale è stata introdotta nel 2019, con l’approvazione della Legge di bilancio 2020.
In tale occasione, sono state introdotte tre principali novità:
Come spesso accade le riforme fiscali sono oggetto di discussioni politiche, che possono portare all’introduzione di ulteriori modifiche. Non a caso quest’anno sono stati introdotti ben 21 articoli, che compongono la riforma fiscale voluta dal governo Meloni. Per il momento la bozza ufficiale sarà presentata al Consiglio dei Ministri la settimana prossima.
In che modo questi cambiamenti fiscali incideranno sui contribuenti con redditi medio bassi, ovvero compresi tra 15 mila e 28 mila euro?
L’IRPEF è l’imposta sul reddito applicata alle persone fisiche. Si tratta della principale imposta di reddito italiana, che colpisce i redditi delle persone fisiche. L’imposta che il lavoratore è tenuto a versare dipende dal reddito annuo percepito, al quale è applicato una aliquota progressiva. Ciò vuol dire che, più alto sarà il reddito annuo lordo e maggiore sarà l’aliquota applicata.
Fermo restando che, grazie alla dichiarazione dei redditi, il contribuente ha la possibilità di inserire detrazioni fiscali che determinano una riduzione dell’imposta da versare. Tale riduzione è applicata al reddito complessivo, in base alla situazione personale e familiare del contribuente.
Ad ogni modo, a breve sarà introdotta la riforma del fisco che produrrà effetti direttamente sulle buste paga dei lavoratori. Con la riforma fiscale del governo Meloni, si è intervenuto direttamente sulle aliquote IRPEF. Lo scopo dell’esecutivo di centro-destra è quello di puntare su una “flat tax per tutti”.
Ma quali saranno i cambiamenti concreti che i lavoratori noteranno nelle loro buste paga?
La prossima settimana il governo presenterà, il Consiglio dei Ministri, la bozza della nuova riforma fiscale. Questa introdurrà un’importante novità che riguarda le aliquote IRPEF che passeranno da quattro a tre, così come gli scaglioni di applicazione.
La Legge di bilancio 2022, aveva già modificato gli scaglioni. Di fatto, prima di tale novità, in Italia, si sono versate le imposte tenendo conto dei seguenti scaglioni di reddito:
Con l’approvazione della Legge di bilancio 2022, si sono ridotti gli scaglioni che sono passati da cinque a quattro:
Con la riforma voluta dal governo Meloni si dovrebbe assistere ad un ulteriore riduzione degli scaglioni che passerebbero da quattro a tre.
Sebbene ancora non si hanno certezze in merito alla proposta del Governo, si ipotizza che gli scaglioni dovrebbero essere i seguenti:
Appare evidente che, se gli scaglioni sopra descritti dovessero essere confermati, gli stipendi medi, ovveri quelli che finora appartengono al secondo scaglione (15.001 euro a 28.000 euro con aliquota al 25%) si ritroveranno con un’aliquota maggiore, mentre lo scaglione successivo (28.001 euro e 50 mila euro) sarà avvantaggiato alla riforma.
Tuttavia, la novità calcolo IRPEF non sarà l’unica introdotta nella riforma fiscale. Il governo Meloni, infatti, intende effettuare dei tagli alle tax expenditures. Per questo motivo, è prevista anche l’introduzione di nuove Ires a due aliquote.
Lo scopo di queste novità fiscali è quello di rendere il sistema più attrattivo, mediante l’introduzione di una nuova imposta. Così facendo sarà possibile affiancare all’aliquota ordinaria del 24%, anche un’altra aliquota che inizialmente sarà ridotta per due anni e indirizzata in favore di tutti coloro che investono e assumono.
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