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Economia

Bonus dentista 2023, sorridere non è mai stato così bello ed economico

Published by
Floriana Vitiello

Negli ultimi anni si è sentito parlare più volte di un bonus dentista 2023: ecco come risparmiare sulle spese odontoiatriche.

Le spese odontoiatriche hanno cifre davvero alte. Per questo motivo, molte persone rinunciano alla cura del proprio sorriso, con tutte le conseguenze che ne derivano.

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Negli ultimi anni si è sentito più volte parlare di un bonus dentista 2023. Ma di fatto la misura non è mai stata inserita in legge di bilancio, dunque, non è mai stata approvata. Quindi non esiste un bonus dentista, ma c’è una soluzione alternativa che permette risparmiare sulle visite odontoiatriche, ottenendo un rimborso del 19% o a zero spese.

Bonus dentista 2023: la proposta che non ha avuto successo

Al fine di incentivare la cura della salute dentale, alcune forze politiche avevano avanzato l’idea di introdurre una misura che offrisse ai cittadini in condizioni economiche disagiate, un contributo proprio per questo tipo di spese.

Dopotutto le spese odontoiatriche sono piuttosto onerose da sostenere. Basti pensare che, una recente indagine ha svelato che mediamente un cittadino italiano spende €600 all’anno per le cure dentali. Si tratta, dunque, di una delle prestazioni più alte. Per tale ragione, qualche politico aveva avanzato l’idea di contribuire a tali spese incentivando le cure odontoiatriche.

Purtroppo, però, nella Legge di bilancio 2023 non è stato inserito alcun bonus dentista. Ciò vuol dire che, anche nel corso del nuovo anno, i cittadini dovranno farsi carico di tali spese senza poter accedere ad alcuna agevolazione.

Sebbene non esista alcun bonus, c’è un metodo che permette comunque di risparmiare sulle spese odontoiatriche.

Quando il bonus si trasforma in detrazione

Una delle ragioni per le quali non esiste alcun bonus dentista è perché il Servizio Sanitario Nazionale si fa carico anche delle spese odontoiatriche. In particolare, il SSN italiano promuove programmi di tutela della Salute odontoiatrica nell’età evolutiva, ovvero nella fascia d’età che va da 0 a 14 anni.

Di conseguenza, i controlli effettuati su questa fascia della popolazione sono gratuiti, perché hanno lo scopo di prevenire la formazione di mal occlusioni e altre patologie del cavo orale.

Inoltre, sono previste delle agevolazioni erogate in favore di determinate categorie di cittadini che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità, pertanto meritevoli di tutela.

Ad ogni modo, coloro che sostengono visite odontoiatriche hanno la possibilità di portare in detrazione tali costi. Ci stiamo riferendo all’opportunità di inserire le voci della spesa odontoiatrica all’interno della dichiarazione dei redditi. In questo modo, il contribuente ha la possibilità di ottenere un rimborso della 19% dell’importo sostenuto.

La detrazione fiscale è prevista oltre la franchigia fissata a 129,11 euro.

Tuttavia, i titolari di partita IVA in regime forfettario non hanno la possibilità di scaricare alcuna spesa dentistica, perché il suddetto regime fiscale non lo consente.

In alternativa, per risparmiare sulle spese odontoiatriche, i cittadini in difficoltà hanno la possibilità di affidarsi al cosiddetto dentista sociale.

Dentista sociale: cos’è?

Forse avrete sentito parlare di dentista sociale. Si tratta di un’opportunità riconosciuta in favore di cittadini che si trovano in condizioni di disagio economico e non possono permettersi di sottoporsi a cure odontoiatriche. Per questa categoria di contribuenti, l’ordinamento giuridico italiano prevede la possibilità di accedere al dentista sociale. Ci riferiamo ad un professionista che offre il suo servizio ad un prezzo agevolato o, in alcuni casi, addirittura gratuito.

Il discorso legato al dentista sociale è un’iniziativa promossa dal Ministero del Lavoro e della Salute con l’appoggio dell’Associazione Nazionale dentisti italiani.

Ad ogni modo, per poter beneficiare di quest’opportunità è necessario essere in possesso di determinati requisiti economici. Questi devono essere dimostrati tramite CUD, modello 730 o modello unico. Per accedere alle prestazioni agevolate o gratuite occorre avere un indicatore ISEE che non sia superiore a 8 mila euro, a prescindere dall’età del cittadino.

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