I giovani cantanti che sognano un percorso nella musica e puntano a partecipare al Festival devono prestare attenzione alla truffa di Sanremo. Di seguito vediamo come funziona.
Sanremo rappresenta il sogno di migliaia aspiranti cantanti che sperano di riuscire ad avere una carriera importante nel mondo della musica, ma il percorso non sempre è facile anche perché ci sono degli ostacoli e degli imprevisti. Tra questi c’è un raggiro che colpisce in particolare i giovani artisti.
Non serve essere un Big della musica italiana per partecipare al Festival di Sanremo. Anche i giovani artisti hanno l’occasione per arrivare all’Ariston grazie a delle competizioni parallele. Negli ultimi trent’anni, infatti, in tanti provano la strada di Sanremo Giovani, un format introdotto per la prima volta da Pippo Baudo nel 1993 e portato avanti da tutti gli altri direttori artistici della kermesse musicale.
Nel corso di tre decenni, la competizione ha modificato e introdotte nuove modalità di selezione e in alcune edizioni è stato rinominato “Nuove Proposte”. Per iscriversi alla competizione è indispensabile non solo avere un brano inedito, ma anche essere seguito e supportato da una casa discografica. Sono proprio alcune di queste che mettono a segno quella che abbiamo definito la “truffa di Sanremo” a danno delle giovani promesse della musica italiana.
Prima di tutto è importante sottolineare che partecipare al Festival di Sanremo, sia tra i Big che tra i giovani, non bisogna pagare nessuna cifra. L’iscrizione alle selezioni è completamente gratuita. Per questo motivo bisogna storcere il naso quando le case discografica chiedono dei soldi agli aspiranti cantanti che vogliono entrare a Sanremo Giovani.
Alcune etichette discografiche promuovono sul loro sito ufficiale o sui loro canali social la possibilità di far partecipare a Sanremo Giovani i ragazzi che aspirano a partecipare alla competizione. Una volta che un ragazzo o una ragazza si mostrano interessati, vengono contattati dai produttori i quali spiegano loro che sono “immanicati” con gli organizzatori della competizione canora spiegando che le selezioni sono una mera formalità.
Nel caso in cui i giovani artisti decidano di fidarsi, le etichette discografiche fanno firmare un contratto in cui si cedono a loro i diritti musicali e intellettuali del brano. Ma allo stesso tempo mettono nero su bianco che non garantiscono l’accesso a Sanremo Giovani. Quindi, nel caso in cui non passano le selezioni per la competizione, il contratto viene risolto. Nel caso contrario, invece, l’artista cede non solo i diritti musicali, ma anche quelli d’immagine.
Per firmare il contratto chiedono una quota simbolica di 500 euro. Nella quota sono comprese l’iscrizione, che in genere per le case discografiche è gratuita, e le spese di segreteria, che consistono in un modulo da compilare online sul sito di Sanremo. Al cantante invece spettano tutte le altre spese come la realizzazione del brano, la produzione, il mix, il master e l’eventuale realizzazione del videoclip.
È importante precisare di nuovo che per riuscire a entrare tra le nuove proposte di Sanremo Giovani è obbligatorio avere alle spalle una casa discografica di supporto. Le selezioni, infatti, vengono fatte solo ed esclusivamente tra gli artisti che appartengono a una etichetta major o indipendente.
È possibile, però, arrivare a partecipare alle selezioni grazie ad Area Sanremo, una competizione parallela al format lanciato da Baudo nel 1993. In questo caso, c’è una selezione di quei brani che poi verranno mandati a Sanremo Giovani. Partecipare ad Area Sanremo è semplicissimo, basta compilare un modulo sul sito ufficiale e inviare un brano inedito senza avere il sostegno di una casa discografica.
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