L’attuale esecutivo politico ha dato il via libera per un nuovo Codice di Consumo. L’ok cambia, di fatto, alcune politiche sui saldi con priorità alla tutela dei consumatori.
I consumatori attendono sempre con ansia il periodo dei saldi ma questo momento non sempre viaggia in direzione della tutela degli stessi. Dopo la decisione recente dell’esecutivo, però, alcune disposizioni cambieranno in tal senso.
Il Consiglio dei Ministri ha dato l’ultimo e definitivo via libera per la nascita di un Codice di Consumo del tutto nuovo. Questo via libera parte da una direttiva dell’Unione Europea dove si pone l’accento proprio sul dare maggiore tutela ai diritti delle persone che procedono alla spesa.
Dalla direttiva europea, il governo ha così deciso di proseguire su questa strada e, come riporta Il Giornale, il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha sottolineato di come la messa in atto sia un importante aiuto ai consumatori. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambierà durante i saldi.
Il nuovo codice di consumo in favore dei saldi pone l’accento soprattutto su due temi tanto discussi: il doppio prezzo e i tempi di recesso. Attualmente, in alcune regioni i saldi sono ancora in corso ma i negozianti devono già agire in ottica futura così da non farsi trovare impreparati.
Partiamo dal prezzo, con l’ok alla direttiva si avrà l’obbligo, in periodo di saldi, di esporre il cartelli con un doppio prezzo. Al prezzo scontato si dovrà avere anche quello intero, cosa che prima non tutti i negozianti facevano. Naturalmente tale atteggiamento viaggia in direzione di trasparenza verso chi acquista. Dal Corriere della Sera si legge di come anche il mercato web abbia subito delle modifiche. Oltre all’attenzione alta sui pagamenti sicuri, la normativa si è concentrata sulle recensioni che dovranno essere fatte solo da chi acquista effettivamente il prodotto. Altro obbligo è indicare se le risposte che si mostrano online siano di reali consumatori oppure nati da accordi sottoscritti con l’inserzionista.
Passiamo al tempo di recesso che sarà allungato fino ad massimo di 30 giorni per i servizi in cui chi vende si reca a casa del consumatore senza che lo stesso abbia fatto richiesta. Cambiano anche le modalità di sanzioni alle società che non mettono in pratica l’attuale normativa. Per loro, l’Agcom darebbe una sanzione dai 5 ai 10 milioni di euro. In ultima battuta, messo in atto il divieto di paragonare un prodotto ad un bene di un altro Stato anche in caso lo stesso abbia caratteristiche totalmente differenti.
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