Il venerdì di Quaresima in molti decidono di non mangiare la carne. Una scelta di rinuncia che ha un motivo ben preciso dietro: ecco qual è.
Il giorno dopo Carnevale, che quest’anno è datato il 22 febbraio, inizia il periodo quaresimale, quello che va dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo, quello che precede la Pasqua, per intenderci. Si tratta di quaranta giorni importanti per i cattolici i quali decidono di rinunciare completamente a mangiare la carne nella giornata del venerdì.
La Quaresima dura quaranta giorni perché è il numero che ricorre più volte all’interno della Bibbia: è il tempo nel quale Gesù visse quaranta giorni nel deserto dopo il battesimo e durante i quali Mosè trascorse sul monte Sinai, giusto per citare due eventi. Nel corso di questo periodo sono numerose le tradizioni e i riti rispettatati dai fedeli, dove il più celebre è quello delle rinunce in segno di penitenza aspettando la Pasqua.
Al di là del digiuno completo durante il Mercoledì delle ceneri, sono in molti che decidono di non mangiare la carne il venerdì di Quaresima, eliminandola completamente durante quella giornata. Ma per quale motivo le persone fanno questa scelta? La ragione ha origini antichissime e risalgono al Vecchio Testamento.
Il significato per il quale molte persone decidono di bandire la carne durante il periodo della Quaresima è quello di rinunciare a un piacere culinario, in questo caso, per commemorare la Passione di Cristo, una sorta di atto d’amore. In passato, la carne era considerato un alimento prelibato di cui godere durante i banchetti, celebrazioni, giornate speciali o anche un simbolo di stimolo per l’aggressività e la libido.
Ma per quale motivo il giorno stabilito dalla Quaresima è il venerdì? Anche in questo caso c’è una spiegazione. È stata scelta la giornata del venerdì perché, secondo quanto stabilisce il Codice di Diritto Canonico, è quello il giorno in cui è morto Gesù. La tradizione cattolica vuole che tutti dovrebbero eliminare la carne tutti gli anni, a partire dal compimento di 7 anni d’età.
A parlare di questo rito comune per la religione cattolica è stato San Tommaso d’Aquino il quale scriveva che era opportuno soprattutto non mangiare la carne rossa in quanto era ritenuta più gustosa e quindi era un manifesto di un maggiore sacrificio. Bisogna eliminare solamente la carne, mentre gli altri cibi possono tranquillamente essere consumati. In molti, infatti, preferiscono mangiare il pesce.
Fino all’inizio del ‘900, oltre alla carne, tra i cibi da mangiare sempre con parsimonia per allontanare i tumori, erano inclusi nel periodo di astinenza anche i derivati degli animali. Parliamo di cibi come formaggi, uova e latte. Nel corso degli anni, tale tradizione è stata smussata e si è ammorbidita.
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