La truffa del “sì” sta prendendo sempre più campo. Bastano solo due risposte in tal senso per ricevere un contratto svantaggioso. L’allarme delle associazioni è stato lanciato.
Nelle ultime settimane, le frodi sono aumentate decisamente di tono. In questo caso, la truffa del “sì” sta portando vari utenti a vedersi attivati dei contratti che non hanno mai sottoscritto e che risultano essere a dir poco svantaggiosi.
Sia online che al telefono, sono varie le modalità che possono portare ad una truffa. L’attenzione degli utenti sta sempre più aumentando ma le insidie sono sempre dietro l’angolo. In questo caso, tutto parte da un call center che invece tramite solo 2 domande portano all’attivazione, illecita, di un contratto.
La truffa del “sì”, dunque, mette in luce l’attivazione di servizi che non sono mai stati richiesti. L’allarme è stato lanciato da Confconsumatori dato l’importante numero, sempre più in aumento, delle persone colpite. Queste telefonate sono sempre più aggressive e stanno portando molti a perdere soldi dal conto.
Confconsumatori sta conducendo una vera e propria campagna informativa a protezione degli utenti sul teleselling. Questa pratica è sempre più presente e sta portando non pochi problemi alle persone.
La truffa, in pratica, si realizza tutta a telefono e bastano due “sì” per veder un contratto a condizioni svantaggiose attivato. Il primo sì scaturisce dalla domanda “Lei è il signor…?” qui l’utente conferma solo la sua identità ma questa conferma viene registrata in maniera illecita e riguarda un cambio di contratto su luce o gas.
Nel corso della telefonata, il finto operatore andrà a porre domande che non c’entrano con l’oggetto del discorso, in una di queste spingerà la vittima a dire il suo secondo sì. Nel caso in cui ci fosse questa seconda conferma, allora il contratto sarà attivo e porterà via tanti soldi dal proprio conto.
Una truffa come sottolineato pure dall’azienda dalla modalità molto semplice da mettere in campo ed è proprio questa sua semplicità che sta portando tantissimi utenti a credere al contatto telefonico.
Come detto in precedenza, le segnalazioni di tale truffa sono sempre più in aumento. La difesa deve partire principalmente da noi e deve partire dalla non concessione delle nostre informazioni personali. Non concediamo neanche i codici univoci che vanno ad indentificare l’impianto di riferimento.
Anche codice fiscale e IBAN non devono essere mai comunicati, il secondo indicatore può essere indicato quando abbiamo la certezza di chi sta dall’altra parte. Infine, cerchiamo di non rispondere mai con un “sì”, troviamo dei sinonimi da usare così che i truffatori non vadano a capovolgere la situazione.
Se, invece, siamo caduta nella trappola non resta altro che inviare una raccomandata di ritorno all’azienda di riferimento in cui si specifica quanto accaduto e si invita a rendere non valido il tutto in quando non è stato dato nessun consenso. In alternativa possiamo affidarci alle tante associazioni che lavorano in tal senso presenti sul territorio.
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