La PostePay è una delle carte prepagate più usate in assoluto. Questa può essere pignorata in casi di debiti? Ecco le situazioni a cui stare attenti.
Il mondo delle carte prepagate ha, ormai, preso il sopravvento. Tra le più utilizzate troviamo sicuramente il prodotto di casa Poste Italiane, PostePay che nella sua versione “gialla” risulta essere all’interno dei portafogli di molti.
In una situazione di enorme difficoltà economica, salvare i propri risparmi diventa una vera impresa e pagare i debiti diventa un passaggio obbligato se non si vuole rischiare ripercussioni pesantissime. Tale discorso mette al suo interno anche una PostePay.
Molti pensano che l’Agenzia delle Entrate, in caso di irregolarità, non vada a coinvolgere la “carta gialla” di Poste Italiane ma non è propriamente così. Questa, dunque, può essere oggetto di pignoramento in alcune situazioni.
Ci sono delle situazioni che portano al pignoramento della nostra carta. Giusto sottolineare che il ritardo del pagamento di poche rate non porta al rischio di pignoramento anche perché prima di questa estrema misura ci sono dei solleciti. Se molti pensavano che utilizzare una PP portasse ad azzerare il rischio pignoramento, sbagliavano di grosso.
Bisogna sapere che il nome del debitore può saltare fuori tramite l’anagrafe tributaria anche se la PostePay non è collegata ad un conto e non ha il nome inciso del titolare sulla scheda, dobbiamo considerare che questa carta è nominativa. Chi la richiede, infatti, fornisce allo sportello il proprio documento d’identità, per cui il nome viene successivamente associato alla carta.
Questo scenario ci mette in luce che avere una PostePay non elimina il rischio di pignoramento. Questa carta è soggetta a tale condizione proprio come un conto corrente o un libretto di risparmio. Infine, è giusto sapere che il pignoramento non riguarda solo le carte ma anche il salario mensile con l’Agenzia che contatterebbe direttamente il datore di lavoro. Tale pignoramento, però, riguarderebbe solo un quinto della cifra totale netta, in caso si superasse quota 5.000 euro. Mentre per un settimo se lo stipendio non supera 5.000 euro, per un decimo se non va oltre i 2.500 euro netti. Limite di un quinto che potrebbe riguardare anche il Tfr.
Sono sempre di più i clienti che decidono di affidarsi ad una PostePay anche se, come ben sappiamo, non esiste solo quella gialla ma anche l’Evolution che contiene dentro di se l’IBAN. Di recente, inoltre, la PostePay è stata anche oggetto di aumenti con un canone che è salito maggiormente.
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