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Economia

Buoni fruttiferi, quanto guadagno con 6 mila euro in 6 anni

Published by
Damiano Mattana

Garanzie di ferro e rendimento assicurato. I Buoni fruttiferi si diversificano e promettono bene in ogni contesto. E il successo continua.

Obiettivo risparmio ma anche guadagno. Potrebbe essere questo, in soldoni, lo slogan per i Buoni fruttiferi postali, tanto popolari quanto in ascesa nell’ultimo periodo.

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In un contesto di estremo rischio per gli investitori, la prospettiva di avere a che fare con una garanzia statale diventa decisamente allettante. E, del resto, il principale strumento di investimento di Poste costituisce di per sé un’occasione per i piccoli risparmiatori. Oltre che per l’emissione da parte di Cassa Depositi e Prestiti, quindi con garanzia di rendimento sicuro, anche per la varietà dei Buoni offerti, più o meno convenienti a seconda della cifra investita e, chiaramente, dei tempi scelti per il rientro del denaro. I Buoni fruttiferi, non avendo costi di sottoscrizione e godendo di una tassazione agevolata al 12,50%, permettono una rendita di fatto assicurata. Molto dipende dalla tipologia prescelta, nell’ottica di un rendimento a breve o a lungo a termine.

Quale soluzione sia la più conveniente lo determinerà l’importo a disposizione. Tendenzialmente, un risparmiatore ordinario dispone di cifre non superiori ai 10 mila euro. Questo non toglie che vi sia la possibilità di utilizzare per il proprio buono fruttifero anche cifre decisamente più basse. Nel qual caso, l’investimento a lungo termine potrebbe risultare potenzialmente più conveniente. Tuttavia, anche con rendimenti a breve le possibilità di rientri a scadenza interessanti non mancano. Ad esempio, su una base di 6 mila euro di capitale e un orizzonte di scadenza non troppo posticipato, Poste italiane mette a disposizione una serie di Buoni con interessanti valori di rimborso a scadenza.

Buoni fruttiferi postali, l’occasione migliore con 6 mila euro di investimento

Già da tempo, in nome di una logica di prossimità tra azienda e cliente, Poste ha messo a disposizione degli utenti un servizio web sempre più potenziato. E anche sui Buoni fruttiferi si è in qualche modo sposata tale prospettiva, permettendo l’apertura di buoni dematerializzati attraverso i canali online di Poste (dal sito internet alle varie app). Questo, chiaramente, facilita ulteriormente il rapporto fra clienti e strumento di risparmio/investimento offerto da Poste. Su un budget di partenza di 6 mila euro, comunque ragguardevole considerando i tempi che corrono, sia le opzioni a breve che a medio-lungo termine possono concedere occasioni interessanti. Per restare alla prima categoria, però, un investimento su un orizzonte temporale di sei anni rimane forse la soluzione più indicata. Ci sarebbe in primis il 3×2, con rendimento a 6 anni e interessi riconosciuti dopo i primi tre. Tuttavia, il valore di rimborso netto a scadenza non supererebbe quota 6.662,35 euro.

Il piano di investimento è abbastanza semplice. Così come la logica utilizzata per organizzare il piano di rimborso. Interessante, anche se con una prospettiva più sobria, il BFP 4 anni Risparmio Semplice, con sottoscrizioni periodiche e automatiche, oltre che rimborso netto esclusivo al raggiungimento delle 24 sottoscrizioni. A scadenza, il Buono in questione porterebbe in cassa 6.545,02 euro. Il traguardo dei 6 anni resta quindi più invitante. Ancor di più nell’ottica del Buono Rinnova, con interessi riconosciuti ogni 3 anni e dedicato a chi “rinnova”, appunto, i buoni in scadenza. Il valore di rimborso netto al termine del periodo di rendimento, toccherà quota 7.110,62 euro. Cifra ragguardevole anche per il Buono Soluzione Eredità, di durata quadriennale ma dedicato esclusivamente ai beneficiari di un procedimento successorio concluso presso Poste Italiane. Valore di rimborso finale? Quota 6.658,92 euro.

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