Le multe all’autovelox sono tra le più temute dagli automobilisti ma ci sono scenari che portano a non dover pagare la sanzione. Ecco come si è esposta la Cassazione.
Il Codice della Strada è una bibbia per gli automobilisti ma ci sono alcune situazioni che non portano sempre ad una multa. Ci riferiamo a quanto emerso dalla Corte di Cassazione in merito alle multe all’autovelox, una sentenza che porta ad una interpretazione chiara della norma del Codice.
La sentenza della Cassazione ha messo in evidenza come le sanzioni per aver oltrepassato il limite di velocità non siano da pagare nel caso in cui l’autovelox non fosse segnalato. La sentenza emessa lo scorso 25 gennaio è destinata a far cambiare alcune disposizioni in merito.
Affinché la sanzione sia valida, l’autovelox deve essere sempre segnalato seguendo le disposizioni della legge. Questo perché gli automobilisti devono sapere della loro presenza così da abbassare la loro velocità. Dunque, le sanzioni che possono essere contestate sono quelle scattate da un apparecchio presente sul veicolo della Polizia. A dare notizia è stato il quotidiano Il Messaggero che ha ricostruito il caso e la sentenza.
La sentenza parte da un caso portato avvenuto a Reggio Emilia con un guidatore a cui è stata affibbiata una sanzione perché viaggiava a 90,80 km/h in una strada con limite di velocità di 50 km/h. Dal momento che l’automobilista non si era accorto dell’autovelox ha deciso di impugnare la decisione, così il giudice di pace aveva definito illegittima la multa proprio perché l’obbligo di segnalazione del dispositivo non era stato rispettato.
Nello specifico, si faceva riferimento ad un apparecchio che rileva la velocità in maniera immediata, lo Scout Speed. Questo dispositivo viene installato sui mezzi delle Forze dell’Ordine e può essere utilizzato da fermo e in movimento. L’annullamento, quindi, è partito dall’assunto che qualsiasi dispositivo debba essere segnalato e ben visibile.
La conferma della sentenza del giudice di pace è arrivata anche in secondo grado dove è stato evidenziato l’obbligo di preventiva della postazione sulla strada. Questa deve fungere da avviso verso tutti gli automobilisti. Il ricorso alla Cassazione è stato realizzato dai Comuni della Pianura reggiana, gli stessi sostenevano che la segnalazione dei dispositivi in auto non fosse obbligatoria. Ricorso respinto perché, secondo i giudici, l’esonero dall’obbligo dettato dal decreto ministeriale va contro il Codice della strada.
Il Codice della Strada, quindi, pone sempre l’obbligo di avviso della postazione dell’autovelox mentre il decreto ministeriale avrebbe dovuto mettere in campo le funzioni attuative.
A dare manforte a questo ultimo caso, c’è un’ulteriore sentenza da parte della Corte di Cassazione. Questa ha sottolineato come una sanzione alta arrivata tramite dispositivo può essere annullata se avvenuta tramite una strada senza banchina. La presenza di quest’ultima viene vista come fondamentale per poter indicare quella strada come “extraurbana secondaria“.
La Corte ha chiarito come la legge possa contestare la violazione solo su alcune tipologie di strade, tra queste troviamo quelle urbane di scorrimento. Per questo motivo, evidenziano i giudici, si rende necessaria la presenza di una banchina libera da ostacoli e con una larghezza minima che permette lo svolgimento della relative funzioni.
Dunque, in alcune circostante è possibile non pagare la multa derivata dall’autovelox ma l’attenzione deve essere comunque massima, soprattutto in relazione ad un documento. La sua assenza porte a multe altissime.
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