L’inflazione alza le quote di contribuzione per gli iscritti alla Gestione separata. Ecco come cambia il prospetto per l’anno in corso.
La previdenza ordinaria non è l’unica che caratterizza il mondo del lavoro. Le categorie professionali, proprio perché numerose, fanno spesso riferimento a casse e gestioni differenti.
Quella che regola il lavoro autonomo dei liberi professionisti è definita Gestione separata, aperta anche a coloro che svolgono una mansione parasubordinata con obbligo di iscrizione a una cassa previdenziale. E che, ogni anno, pone per i contribuenti le relative aliquote contributive e di computo, che inquadrano sia chi opera in veste di collaboratore che di professionista. In questa fase, chiaramente, il tasso elevatissimo di inflazione rema contro la capacità dei lavoratori di far fronte al dispendio personale per mantenere regolare la propria posizione contributiva. Anche perché, con un 8,1% di peso inflazionistico sulle spalle, i contributi dovuti nel 2023 hanno iniziato a lievitare in modo sensibile per professionisti e collaboratori iscritti alla Gestione separata dell’Inps. Con una media maggiorata di spesa che va, rispettivamente, da 330 euro a 441 euro in più sul dovuto.
La circolare n. 12/2023 dell’Inps ha chiarito la questione in modo definitivo, rivelando le aliquote previste per l’anno in corso (ricordando i due terzi dell’onere a carico del committente). Il quadro, tuttavia, resta piuttosto critico in fatto di adempimenti. Non tanto per le aliquote di finanziamento, rimaste sostanzialmente invariate, quanto per la capacità reale dei contribuenti di farvi fronte in un contesto di crisi. A ogni modo, per i professionisti con Partita Iva, l’aliquota è fissata al 26,23% del reddito annuo prodotto, mentre per collaboratori e figure assimilate viene applicata un’aliquota complessiva pari al 35,03%, con uno 0,72% per maternità e un 1,31% come finanziamento della disoccupazione (Dis-Coll).
Per quel che riguarda l’aliquota aggiuntiva, pari all’1,31%, al versamento saranno tenuti anche gli amministratoti di società, oltre che revisori contabili (se non ammessi alla Dis-Coll). Esonerati, invece, i compensi scaturiti come figura componente di commissioni e collegi. Esclusi dall’aliquota anche le seguenti categorie:
Le sopraelencate categorie professionali manterranno quindi la propria aliquota contributiva al 33,72%, ripartita in un 33% per assicurazione IVS e un altro 0,72% per maternità e malattia. Considerando il tasso di inflazione al 2023, il massimale contributivo ha effettuato uno step dalla precedente quota di 103.055 euro a quella attuale di 113.520. Il minimale, invece, dai 16.243 euro del 2022 passa agli attuali 17.504 euro. Qualora la propria posizione corrispondesse a una soglia superiore al massimale, così come nel caso in cui si fosse in possesso di un’anzianità al 31 dicembre 1995, la quota contributiva non sarà dovuta.
Le quote annuali dovute per l’accredito dell’intero anno, a fine pensionistico, variano anche in base alla revisione delle soglie massimali e minimali. Per i lavoratori iscritti alla Gestione separata con aliquota al 24%, il contributo annuo sarà pari a 4.200,96 euro, ossia 302,64 euro in più sul 2022. Per i professionisti con Partita Iva aperta, il balzo sarà addirittura di 330,76 euro, per un totale complessivo di 4.591,3 euro per la contribuzione. Cira che andrebbe chiaramente a gravare maggiormente in caso di versamenti in unica soluzione. Quadro ancora peggiore per le aliquota al 35,03%: i lavoratori saranno tenuti al versamento di 6.131,65€ annui, ben 441,73 euro in più rispetto al 2022.
L’onere contributivo, per quel che riguarda i collaboratori, può essere soggetto a ripartizione, nello specifico di un terzo a carico del collaboratore e, per i restanti due terzi, del committente. La corresponsione dovrà avvenire tramite pagamento di Modello F24, di importo costante qualora si fosse optato per la rateizzazione. Si ricorda che per i professionisti non assicurati presso altra forma di previdenza obbligatoria, l’aliquota applicata sarà al 26,23% (25,00 IVS + 0,72 aliquota aggiuntiva + 0,51 ISCRO). Per la medesima categoria fra i collaboratori, non è prevista la contribuzione aggiuntiva Dis-Coll. L’aliquota resta al 33,72% (33,00 IVS + 0,72 aliquota aggiuntiva).
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